mercoledì 6 marzo 2019

SURFABLOG.COM INTERVISTA DEJAN STANKOVIC

Ieri, in occasione dell’evento tenutosi da Slam Jam Milano, in cui Inter e Nike hanno celebrato i 20 anni di partnership mettendo in vendita in anteprima mondiale 50 maglie Inter x Nike 20th Anniversary (l’edizione speciale che verrà indossata in campo in occasione del derby di Milano del 17 Marzo), ho avuto il piacere di intervistare Dejan Stankovic. Deki ha giocato nell’Inter dal 2004 al 2013 e nella sua carriera ha vinto: 1 campionato jugoslavo, 1 Coppa di Jugoslavia, 6 Supercoppe italiane, 6 campionati italiani, 5 Coppe Italia, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa UEFA, 1 Champions League ed 1 Coppa del Mondo per Club. Vai su “Continua a Leggere” per vedere cosa ci siamo detti.


Cosa ti piace di più della maglia dei 20 anni di Nike x Inter?
“La mappa di Milano sul numero e sulle lettere è bellissima.”

Qual è tra le 10 maglie scelte, quella a cui sei più legato?
“Quando sono entrato in questa stanza con Marco, abbiamo fatto qualche commento. Dovendo scegliere, ce n’è una che mi è rimasta nel cuore: quella del centenario, (c’era anche la seconda con la croce di Milano che era bellissima), ma come colori nerazzurri, quella con lo sponsor e i dettagli in oro è fantastica. Rappresenta appieno i 100 anni dell’Inter.”

Qual è la prima cosa che notavi quando presentavano una nuova maglia dell’Inter?
“Io guardavo la taglia haha! A parte gli scherzi notavo il tessuto. Ora le divise sono cambiate, e prima buttavo l’occhio alle patch, se c’era sopra qualche scudetto”.

Qual è la costante che trovavi ogni anno sulla maglia dell’Inter?
“Vedevo il peso e i materiali usati. Prima scherzavo dicendo la taglia, però ogni anno cambiava il fit. Sono partito con L ed ho finito con la XL.”

Come funzionava quando scambiavi la maglia dopo una partita?
“Cercavo sempre di trovare un grande avversario con cui fare lo scambio. Non faccio nomi, ma c’è stato un giocatore che ho perseguitato per 3-4 anni e non so se non voleva darmela. A casa ho 4 scatoloni grandi di maglie scambiate durante la mia carriera.”

Cosa significa per te “Brothers Of The World”, il nuovo mondo di Nike e di Inter?
“Per me significa aver passato dei momenti stupendi in campo, ma soprattutto fuori con tanti compagni di squadra. Grazie a questi colori e all’Inter, ho conosciuto persone stupende. Eravamo tanti stranieri, ma non si sentiva nessuna differenza. Quando si scendeva in campo eravamo l’Inter. Punto.”

Qual è stato il giocatore più rappresentativo con cui hai giocato nell’Inter?
“Marco Materazzi. Per me è un simbolo dell’interismo.”

Mentre quello più forte con cui hai giocato insieme?
“Ibra, Adriano, Figo.”

L’avversario più forte che hai incontrato?
“Shevchenko. Era veramente tosto: faceva reparto da solo, segnava sempre, era uno dei primi giocatori moderni di questa nuova era.”

Cosa serve per vincere un derby?
“Il derby non si sa mai come vada, anche se lo prepari bene. Spesso in Serbia mi chiedono (visto che ho fatto Stella Rossa - Partizan, Lazio - Roma, Inter - Milan), qual è il derby più bello. Posso dire che quello con più spettacolo è il derby di Milano. San Siro pieno è stupendo.”

Qual è stato il momento in cui hai capito che potevate fare il Triplete?
“Dopo Catania c’è stato il vero dramma. Ricordo ancora quella mattina. Era un momento particolarissimo. Dopo siamo andati a Londra ed abbiamo fatto una partita storica da manuale del calcio: tattica, tecnica, gruppo, sofferenza. Erano gli ottavi, al sorteggio abbiamo preso con un pò di fortuna il CSKA e sapevamo che poi ci sarebbe toccata una squadra molto forte, che era appunto il Barcellona. Nella finale eravamo troppo convinti di alzare la Coppa. Per molti di noi che eravamo over 30 sarebbe stato l’ultimo treno.”

Qual è il ricordo più bello della tua carriera?
“I passaggi dalla Stella Rossa, alla Lazio e all’Inter.. Le vittorie.. Non è facile scegliere. La ciliegina sulla torta è stata la Champions League, che ho vinto a 31 anni.”

A proposito di Champions, hai fatto un gol storico da centrocampo.. Cosa ti è passato per la mente?
“E’ stato un gol pazzo. Quel gol puoi farlo solo se non ci pensi. Non era la prima volta che ci riuscivo, infatti l’avevo fatto diverse volte alle giovanili in un paio di amichevoli, con José contro il Genoa se ti ricordi. Avevo un tiro bello potente che poteva arrivare da metà campo. Un gol fuori di testa.”

Qual è la differenza principale tra l’Inter di oggi e quella in cui c’eri te, titoli a parte?
“Ogni Inter, legata ad una generazione, ha una storia a sé. E’ difficile fare paragoni, ma ognuno che indossa questa maglia deve dare il meglio per essere ricordato. Siamo diversi, così come lo era l’Inter di Ronaldo rispetto alla nostra.”

Progetti futuri?
“Mi dedicherò ai giovani, li aiuterò a crescere e a farsi un’idea giusta dello sport, del calcio e della vita. E’ la strada più bella e più pulita di tutte.”

Ringrazio Elisa, Nike Football, NSS per l’invito. Dejan Stankovic per la sua disponibilità.
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