Ciao Bobbito, le domande di oggi riguarderanno 3 delle tue attività principali: musica, basket e sneakers. Partiamo dal Rap: in radio hai ospitato alcuni dei maggiori artisti della scena di New York. Chi ricordi con più piacere?
“E’ difficile rispondere.. Io e Stretch in 8 anni abbiamo avuto a che fare con oltre 600 artisti. Per questo motivo abbiamo realizzato il documentario “Stretch & Bobbito: Quando La Radio Ti Cambia La Vita”, disponibile su Netflix (per saperne di più clicca qui), proprio perché ci sono stati diversi momenti importanti. Probabilmente quello che ricordo con più piacere è stato Nas, che venne in radio quando aveva solo 17 anni, prima del suo primo disco e prima di firmare un contratto. Il suo “Illmatic” per me è stato il miglior album della decade, e non è affatto semplice visto che in quei 10 anni uscirono lavori del Wu-Tang, A Tribe Called Quest e tante altre release che hanno fatto la storia. Nas ha davvero cambiato le regole del gioco ed ha influenzato tanti artisti che hanno raggiunto il successo.”
C’è un aneddoto di uno di questi artisti che ricordi e che ti va di dirmi?
“Jay-Z, Nas, Big L.. quando vennero al nostro show erano molto silenziosi e concentrati. Era il programma più importante al mondo che trasmetteva dei freestyle e quindi per loro era una grande occasione. Un pò come Michael Jordan che doveva scendere in campo per le NBA Finals.”
Nel tuo show c’è stato anche l’intervento di Eminem. Come lo hai conosciuto e che rapporto hai con lui?
“Avevo sentito parlare di Eminem quando era ancora un artista senza contratto a Detroit.. Prima di “Infinite”. Paul Rosenberg, il suo manager, era nostro amico, e per un rapper senza etichetta venire da noi era importante per avere la giusta credibilità del pubblico e per avere più chance di essere notato da un’etichetta. Venne in radio nel 1998 con Royce Da 5’9’’, e ha fatto uno dei freestyle più memorabili della storia dello show. Purtroppo non lo vedo da quella occasione.”
Cosa ne pensi di quanto è accaduto a Nipsey Hussle? Lo conoscevi?
“Non lo conoscevo personalmente, perché attualmente non sono connesso con la scena Hip-Hop, dato che ho smesso di fare radio nel 2002. Ovviamente sono venuto a conoscenza di cosa è successo, ed è stato orribile. Il suo omicidio è difficile da accettare.”
Ora passiamo al basket: qual è stato il tuo ruolo nei campi di NYC?
“I campi da street basket rappresentano l’essenza della strada. Organizzo dei tornei all’aperto a NYC per dare un’opportunità a chi vuole di mettersi in mostra. Non posso credere che Snipes e Jordan hanno creduto in questo mio progetto e hanno portato questa idea oggi a Milano. Nei prossimi weekend sarò a Parigi, a Barcellona e a Berlino. Chi vincerà volerà a New York a giocarsi le finali.”
Io ti ho conosciuto grazie a NBA Street Vol. 2; com’è nata la tua collaborazione in quel videogame epico?
“Anni fa ho fatto una pubblicità per Nike, la prima sul freestyle, che ha avuto un bel successo. La stessa persona che mi ha contattato in quell’occasione mi ha fatto collaborare con NBA Street Vol. 2. Volevano una cosa super autentica e reale, e forse la chiave del successo è stata che io, non avendo mai giocato ai videogame, ho dato la stessa interpretazione che davo al Rucker Park o in altri campi street. Sicuramente non potevo aspettarmi un responso così positivo!”
L’ultimo argomento sono le sneakers: cosa ne pensi dei reseller?
“Li rispetto perché sono loro a stabilire il vero valore di una scarpa, e sono diventati il quarto componente del mercato. Ormai hanno un ruolo importante in questo gioco.”
Qual è la tua sneaker preferita? La migliore del 2019?
"Per sapere la mia sneaker preferita basta guardare il mio documentario. Mentre quella che preferisco del 2019 è la Kyrie 5: molto comoda e perfetta per giocare a basket. Ho anche avuto il piacere di conoscere Irving, che è davvero una grande persona.”
Hai realizzato sneakers con diversi brand tra cui Nike e Puma, com’è nata la tua collaborazione con loro?
“Ho un ottimo rapporto con entrambi i brand, e sono felice di aver collaborato con loro. Mi hanno chiamato per portare la mia esperienza nei loro prodotti, infatti tutte le collabs che ho fatto sono andate sold out.”
Ringrazio Snipes e WhyNotMag per l’invito. Bobbito per la sua disponibilità: davvero un mito dell’Hip-Hop e del mondo delle sneakers.
Exo