Innazitutto, presentati!
“Sono Mirko Scarcella, ho 30 anni e sto realizzando i miei sogni. Ci tengo ad iniziare così perché 9 anni fa piegavo le magliette da Zara, e adesso sto vivendo la vita che volevo. Sistemavo le t-shirt dopo aver fatto degli studi informatici e, avendo capito che il web poteva essere il mercato del futuro, ho cercato di perseverare su quella strada. Capivo cosa voleva e cosa cercava la gente, sia dalla parte delle aziende, sia creando delle celebrities”.
Come si fa a passare da commesso di Zara ad essere definito guru di Instagram?
“Quando si ha una passione, che può essere artistica, aprire un ristorante o fare il calciatore, quello che sia, se ci credi veramente e quella diventa la tua priorità (soprattutto nell’età che va dai 16 ai 19 anni, ovvero quel periodo in cui si pensa più al divertimento che a costruirsi un futuro), bisogna darsi da fare e concentrarsi in quel momento, perché ti potrai divertire dopo, quando sei nella strada giusta”.
La definizione “guru di Instagram” ti gratifica o ti pesa?
“Mi gratifica. Le parole a volte vogliono dire tutto e nulla. Credo che essere riuscito a ritagliarmi il termine “guru” in questa grandissima cerchia di Instagram, diventando un esempio per gli altri, non può che rendermi felice, perché significa che siamo bravi in quello che facciamo”.
Sei accreditato come l’inventore di Gianluca Vacchi; com’è nata la vostra collaborazione?
“Ci siamo conosciuti 5 anni fa in Sardegna e ci siamo piaciuti subito. Quando si intraprendono dei rapporti di lavoro è importante avere una forte empatia. Ci siamo trovati ed abbiamo fatto un percorso insieme, che si è interrotto quando siamo arrivati a vincere, come se fossimo dei calciatori, tanti Palloni d’Oro. Avevo bisogno di nuovi stimoli.”
Ora in che rapporti siete?
“Come in tutte le storie d’amore, anche nei rapporti lavorativi quando finiscono si spezza qualcosa. Di conseguenza non ci sentiamo, ma sono sicuro che ci sia stima reciproca.”
Ho letto che hai preso Vacchi quando aveva 2.000 followers..
“Sì, aveva 10 fotografie e 2.000 followers.”
E qual è stata la chiave?
“Ce ne sono state tante per passare da 2.000 a 11 milioni di followers. Credo che sia stata una scalata speciale, che stiamo replicando con altri clienti.”
Oltre a lui quali altri personaggi hai curato?
“La cosa che noi garantiamo nei personaggi che gestiamo è l’anonimato. Il nome di Vacchi è uscito fuori perché si è interrotta la collaborazione, e perché con lui avevamo l’esclusiva. Questi personaggi vengono gestiti in questo modo per evitare che dicano la formula segreta. Per noi contano i risultati da raggiungere ed il fatturato. Posso comunque dirti il nome di un nostro cliente: lui si chiama Gianni Mendes (per vedere il suo profilo clicca qui) e ne posso parlarne apertamente perché non è una celebrity, ma è un avvocato di Miami metà italiano e metà brasiliano, che ha raggiunto il sogno americano. E’ un nostro nuovo cliente, ha fatto successo a livello imprenditoriale ed ora ha stabilito il record di views su Instagram in 5 mesi per quanto riguarda i seguaci: con 50.000 followers ha fatto 700.000 visite ad un video e con lui si sta facendo un discorso simile a quello di Vacchi: una creazione da 0 portata al successo.”
Come mai la scelta di scrivere un libro?
“Il libro è nato perché dopo i vari titoli mi hanno contattato una marea di ragazzi, ma non per farmi dei semplici complimenti, ma inviandomi messaggi lunghissimi in cui mi chiedevano consigli. Alla fine posso collaborare con persone che hanno la possibilità di fare un contratto con me, agli altri mi dava fastidio non replicare. Ho scritto un libro per rispondere alle loro domande, svelando i segreti di Instagram. Quest'opera ha avuto un successo clamoroso vendendola solo online. Questo libro me lo sono editato da solo ed ha venduto 36.000 copie in 5 giorni. Prossimamente ne farò un altro, con una casa editrice, in cui racconto la mia bio. Per “Instasecrets” mi ha scritto la prefazione Feltri, ed è molto particolare. E’ stato un modo per rispondere in modo esaustivo a tutti coloro che mi facevano domande.”
Ho visto che è stato tradotto in diverse lingue..
“In russo, inglese e spagnolo. Per il momento non sono partite le vendite, ed il primo che verrà commercializzato sarà quello in russo, dato che faremo una serie di attività promozionali in Russia.”
Facebook attualmente è in declino; non pensi che Instagram essendo dello stesso proprietario, possa avere la stessa flessione?
“Credo di no, perché innanzitutto è diversa la struttura di Instagram rispetto a Facebook. In quest’ultimo ci sono parecchi limiti, assenti su IG, che alla lunga possono far perdere di appeal il social. Tu ad esempio su FB puoi vedere le foto di qualcuno solo se è tuo amico, e ci sono tanti meccanismi che lo rendono molto meno immediato. Instagram ha acquisito una serie di aggiornamenti: le dirette, le storie, l’ecommerce, hanno fatto sì che tutto il business ed il lato entertainment si siano spostati dentro Instagram. Non può avere un declino, almeno per i prossimi dieci anni.”
Io però non concepisco la modifica della timeline non più cronologica: se ti seguo voglio vedere i tuoi post quando li pubblichi, non quando decide il social. Penso che questa cosa possa creare alla lunga qualche problema ad Insta..
“In realtà il tuo post esce sempre, ma in punti diversi. Instagram fa questo per rendere lo scroll molto più lungo, meno frettoloso ed infatti prima o poi il post lo becchi. E’ un algoritmo che comunque cambia ogni settimana.”
Per un periodo si è parlato molto di Vero. Cosa ne pensi?
“Si è parlato di un qualcosa che non si sa bene cosa sia. Credo che il social network per eccellenza sia Instagram. Punto. E che sia difficile scalzarlo. L’unica realtà alternativa è Musical.ly che fa numeri clamorosi. Si creano delle celebrities di personaggi che fanno cifre enormi: se ad esempio hai 100.000 followers, su Instagram fai circa 10.000 like, su Musical.ly invece puoi fare 130.000 like. Sono diversi l’algoritmo ed il funzionamento dello sharing della piattaforma. Ci tengo a fare una premessa: io non sono un nerd informatico. Ho avuto spesso idee imprenditoriali sul web e le ho fatte realizzare dai miei collaboratori informatici. Io so come ragiona il computer, e noi abbiamo il software di Bot più forte in circolazione.”
Ti faccio una domanda scomoda: sei considerato il guru di Instagram..
“Ma hai 50.000 followers?”
Esatto! Come mai una celebrity da milioni di followers chiede consigli a te?
“Questa più che una domanda scomoda è una che dovrebbero farmi tutti, mentre me l’hanno fatta solo quelli dello Zoo di 105 e te. Tutti i maggiori quotidiani invece no. In realtà il mio è un ragionamento molto basico. Io fino ad ora sono stato dietro le quinte, e solo da poco mi sto esponendo. Se dovesse succedere di avere 1 milione di followers, è perché me li sono conquistati senza usare tecniche particolari. Le strategie che facciamo, io non le uso, non metto hashtag, non utilizzo Bot e non creo contenuti virali. Penso che sia ridicolo, a meno che non sia la notorietà terrena (un altro libro o un reality) a farmi raggiungere certi numeri, che prendo un nuovo cliente ed ho più followers di lui. E’ come se il manager di Cristiano Ronaldo fosse più famoso di lui.”
Qual è la tua giornata tipo?
“Dipende, a volte mi alzo alle 7 perché devo fare delle cose con la Cina, altre mattine invece mi sveglio più tardi, anche alle 10, ma perché ho lavorato il giorno prima fino a tardi. Non ho un vero e proprio orario di lavoro, ma sono sempre operativo col telefono, il che significa non staccare mai. Però come dice Confucio “Fai quello che ami e non lavorerai mai”, quindi alla fine non mi pesa. Cerco di andare un’ora al giorno in palestra, così stacco un attimo. La maggior parte dei miei appuntamenti sono telefonici, quasi mai dal vivo, e la sera cerco sempre di cenare a casa con amici o clienti. Ho lo chef che viene da me a cucinare, e soprattutto a Milano preferisco non uscire e godermi la mia abitazione. All’estero esco più volentieri.”
Ho visto che sei amico di Guè. Come vi siete conosciuti e che musica ascolti?
“A me sono sempre piaciuti i Club Dogo, poi li ho conosciuti e siamo diventati amici. Con Guè ho stretto molto perché, per quanto riguarda l’ambito privato, entrambi non siamo sposati e non abbiamo figli. Infatti abbiamo fatto diverse vacanze insieme. Per quanto riguarda la musica italiana mi piacciono appunto Guè, Sfera, con cui condivido la passione per la vita e sul fatto che nulla è impossibile. Mi piace l’Hip-Hop americano in generale: Beyoncé, Rihanna, Puff Daddy. Ascolto anche Luis Fonsi e J Balvin.”
Come ti immagini Instagram e i social network tra 10 anni?
“Non saprei, ma posso dirti che saranno sempre più estremi, in stile “Black Mirror” nell’episodio “Caduta Libera”. Il consiglio che posso dare, visto che sarà sempre più eccessivo, è quello di vivere la realtà. Ora, se si conosce un partner si guarda subito quanti followers ha, come se fossero il suo conto in banca. Tutto questo è surreale. Bisogna capire che Instagram è un mezzo per fare soldi, ma bisogna anche andare al parco a giocare a calcio.”
A proposito di calcio, tifi qualche squadra?
“Real Madrid. Non tifo nessuna squadra italiana. Seguo i Galacticos perché sono diventato amico di alcuni giocatori, come Marcelo e Cristiano. Prima di conoscerli ho tifato diverse squadre, ma più che supportare un team, seguivo il calciatore che indossava una o l’altra maglia.”
Con chi ti piacerebbe collaborare?
“Trump. Perché non è fatto bene il suo lavoro sul web, nonostante abbia vinto la sua campagna grazie all’online. La sua immagine fuoriesce totalmente distorta rispetto a com’è realmente.”
Progetti futuri?
“Sto facendo dei corsi online che si chiamano “Celebrity secrets” ed ho aperto un gruppo su Facebook, dove in una settimana hanno aderito 5.000 iscritti. Sono dei video corsi sulla comunicazioni in generale e su come fare brand. A livello di clienti, ne abbiamo tanti, e da quel punto di vista sono contento. I miei progetti futuri sono maggiormente incentrati sulla gente, piuttosto che sul personaggio singolo.”
Per concludere, che consiglio daresti a chi vuole iniziare ad usare Instagram partendo da zero?
“I tre comandamenti sono: il primo è quello di essere se stessi. Mostrate quello che siete realmente, perché le maschere non premiano. Ovviamente essendo intrattenimento dobbiamo enfatizzare quello che siamo realmente. Il secondo comandamento è il legame che si deve creare con i followers: la gente capisce la veridicità di quello che comunichi e di conseguenza cercate di creare un’interazione con loro. Infine il terzo consiglio è quello di cercare di pensare cosa piace agli altri, e non solo a voi stessi; il 99% degli utenti su Instagram pensano di pubblicare una foto solo perché piace a loro, senza pensare ai propri utenti.”
Ringrazio Mirko per la sua disponibilità, per i suoi consigli e per il suo libro. Sono sicuro che in futuro sentiremo parlare molto di lui. Grazie a Giovanni Digregorio per la connessione.
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