Qual è stato il tuo coinvolgimento nella nascita della Mercurial?
“Sono stato coinvolto in prima persona nella creazione della Mercurial e sono andato diverse volte a Beaverton, che non è vicinissimo, per testarla e fare delle prove. La Mercurial ha cambiato completamente la storia della scarpa da calcio- E’ stato un avvenimento importante.”
Quali modifiche ha apportato la Mercurial?
“In primo luogo i tacchetti, che prima della Mercurial erano sempre stati tondi. Abbiamo fatto diverse prove sulle trazioni, sulla leggerezza, sulla calzatura: volevo che la scarpa fosse parte del mio corpo, una sola cosa con il piede.”
Che impatto ha avuto la scarpa?
“Le prime scarpe in generale, non solo di Nike, erano in cuoio, e appena pioveva pesavano molto di più. Arrivavano a pesare anche il doppio, e questo succedeva anche con il pallone. La Mercurial invece era sempre leggera, ed aveva la stessa trazione anche con la pioggia.”
Com’è per te tornare a Milano?
“E’ sempre speciale tornare a Milano, una città dove ho vissuto una fase molto importante della mia vita. Sentire questa atmosfera e incontrare di nuovo tanti amici è bellissimo per me.”
Sei definito il Fenomeno. Cosa significa per te?
"Io sono una persona molto semplice. Le prime volte era davvero gratificante sentire le persone chiamarmi così. Col tempo ho capito che Fenomeno significava molto di più per me. Voleva dire essere un Fenomeno in campo e fuori. Non era un fatto solo legato al pallone, ma qualcosa di più. Non mi sono reso conto subito del potere di comunicazione del calcio.. ha una forza mondiale e ne approfittiamo pochissimo in questo periodo. Questo sport è una piattaforma in cui la gente ripone le sue passioni e credenze. Il calcio sarà sempre una via di comunicazione fantastica, e va usata di più per il bene delle persone.”
Come vedi il fatto che molti ragazzi si ispirino a te?
"Il fatto di essere un’influenza importante per tanti giovani fa parte della mia responsabilità di tramandare e divulgare questa passione per il calcio. Ho avuto tanti idoli che mi hanno ispirato, ed è bello fare lo stesso con gli altri. Cercherò di fare il massimo.”
Qual è il tuo pronostico per Russia 2018?
“E’ sempre difficile fare dei pronostici per un Mondiale. Sono ottimista per il Brasile, che ha fatto un ultimo anno incredibile. L’infortunio di Neymar è un problema, ma ha il tempo necessario per recuperare ed essere al 100% per la competizione. Ci sono altri giocatori in grande forma, però sia i tedeschi, che Spagna, che Argentina sono sempre tra i favoriti.”
C’è un parallelo tra te e Neymar. Che consigli puoi dargli?
“In tanti in Brasile hanno fatto il paragone tra la mia tappa prima del Mondiale nel 2002 e quella di Neymar. Sono situazioni completamente diverse, visto che il recupero per lui sarà molto più semplice rispetto al mio. Deve stare molto concentrato e guarire bene. Gli consiglio di proteggersi da tutte le pressioni esterne che arriveranno e cercare di fare il meglio per tornare in forma. Deve rispettare i tempi, cosa che nel mio caso non sapevo e quindi ho sofferto molto di più. Non sarà per lui essere al top per il Mondiale.”
Cosa significa vincere un Pallone d’Oro?
“E’ incredibile. E’ un sentimento unico. Il calcio non è uno sport individuale, quindi per fare goal hai bisogno dei compagni. Vincere il Pallone d’Oro mi ha fatto ripensare a quanti sacrifici ho fatto da piccolo per raggiungere quel risultato.”
Ringrazio Nike, Elisa ed HUB per l’invito.
Ps
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