lunedì 12 marzo 2018

SURFABLOG.COM INTERVISTA MATTEO TESSARO (GENERAL MANAGER DI NIKE MONTEBELLUNA)

Giovedì, durante l’evento Nike per il lancio della “What the Mercurial 2”, ho avuto il piacere di intervistare Matteo Tessaro, Product Operations Director e General Manager di Nike Montebelluna: il centro di artigiani delle scarpe da calcio del brand. La struttura è nata nel 1996 ed è diventata il fulcro dove vengono prodotti gli scarpini dei maggiori esponenti della storia del calcio. Vai su “Continua a Leggere” per la mia intervista a Matteo Tessaro.


Com’è nata la collaborazione con Nike e la passione per gli scarpini?
“Io sono stato contattato da Nike, ma già da prima di collaborarci ammiravo molto cosa faceva. Io sono un’interista convinto e sofferente, ma ho avuto la passione degli scarpini fin da quando ho iniziato a giocare a calcio. Dove lavoravo prima le scarpe venivano prodotte in un modo molto più tradizionale, Nike mi ha dato la possibilità di osare molto. Prima della Mercurial lo scarpino era in canguro, e non c’erano altre possibilità. Quando l’abbiamo presentata molto sottile nella suola e nella tomaia, inizialmente sono rimasti un pò titubanti, ma visto che sul terreno andava benissimo, sono rimasti sorpresi della sua qualità. Come diceva Ronaldo, le scarpe in canguro diventano dure in base al caldo, al freddo e all’acqua. Cambiava lo shape, mentre la Mercurial, essendo in microfibra, creava una prestazione identica ed invariata in ogni condizione”.

Che ruolo ricoprivi allora ed ora all’interno di Nike Montebelluna?
“Vent’anni fa ho iniziato come tecnico: prendevo l’idea del designer e la trasformavo in una scarpa funzionante e tecnicamente a posto. Ora, oltre ad essere il Product Operations Director, sono il General Manager e do sempre il mio contributo a livello di innovazione del prodotto.”

Qual è stata la richiesta più assurda ricevuta da un calciatore?
“Non posso fare il nome, ma ce n’è stato uno che voleva dei tacchetti aggiuntivi sulla suola, cosa che non aveva senso, ma lo abbiamo accontentato ugualmente. Naturalmente ha visto che non andava bene, anche se inizialmente il suo discorso aveva senso: voglio una maggiore trazione e desidero che il piede, la scarpa e il cervello siano collegati istantaneamente. La sua pensata però era sbagliata, e quella suola non è mai andata in produzione, ma ci è servita per sviluppare nuove alternative. Un’altra richiesta particolare l’abbiamo ricevuta da Materazzi, che in un periodo si era fatto male sul collo del piede. Abbiamo modificato la scarpa aggiungendo della schiuma in quella zona della scarpa: sembrava una spugna per lavare a terra sullo scarpino, saldata con lo scotch. Chi lo vedeva giocare non se ne accorgeva perché era all’interno del boot.”

L’emozione più bella di quando un calciatore ha fatto un gol importante con una vostra scarpa?
“Ci penso un attimo.. Ok: Icardi al derby di andata. Quando ha siglato quella tripletta, il capitano dell’Inter indossava una Hypervenom GX Limited Edition (per saperne di più clicca qui), che celebrava il ventesimo anniversario del nostro centro di Montebelluna. Lo scarpino era blu e nero e presentava il nostro logo all’interno e sul retro. E’ stata una goduria dal punto di vista del risultato e anche a livello lavorativo, visto che ha ripagato mesi di lavoro nel cercare delle soluzioni affinché un giocatore abbia un vantaggio usando le tue scarpe. Una bella soddisfazione.”

Avete reso famosa Montebelluna in tutto il mondo. E’ una responsabilità?
“Montebelluna è una piccola cittadina in provincia di Treviso. E’ considerata una “Shoes Valley”, visto che al suo interno sono presenti circa 400 aziende che si occupano di calzature: da quelle da ballo agli scarponi da sci. Nike è capitata lì per questo motivo: sapevano che potevano trovare quello di cui avevano bisogno per realizzare una scarpa da calcio innovativa. Noi siamo collegati con varie academy: Chievo, Padova, Verona, e facciamo provare gli scarpini ai loro ragazzi. Noi ci occupiamo principalmente di innovazione, e impieghiamo un anno e mezzo o due per tirar fuori la scarpa che poi andrà in produzione. A Montebelluna c’è tutto quello che serve per farle: materiale, strumentazioni e persone competenti.”

Ascolti musica quando fai un prodotto?
“Certo. Ho un figlio che va fuori di testa per gli ACDC ed i Kiss, ma ascolto anche Migos e Drake. Penso che la musica sia ritmo e, come in tutta la vita, se sbagli ritmo non riesci. Anche la scarpa ha tutto un suo ritmo: la linea, i tacchetti, i colori, e se non sono bilanciati, questa verrà male. Quindi è molto importante per me.”

Per saperne di più sull’evento Nike “20 anni di Mercurial” con Ronaldo clicca qui.
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