Circa un mese fa ho fatto una serie di domande a Damianito che, in seguito alla vittoria del titolo italiano del Red Bull 3Style, si apprestava nell’arco di qualche settimana ad affrontare il campionato mondiale in Polonia (per saperne di più clicca qui). In quell’occasione mi hanno colpito la determinazione e la concentrazione che riponeva verso quella che sarebbe stata la gara più importante della sua vita. Domenica scorsa, quello che tutti noi speravamo ma che pensavamo fosse quasi impossibile, è successo davvero: Dj Damianito, un ragazzo ventisettenne di Matera, è diventato il campione del mondo del 3Style. Ieri, in occasione del suo compleanno, Damiano è passato a casa a trovarmi, e, raccontandoci la sua esperienza, io ed Exo gli abbiamo proposto di registrare quella chiacchierata così da poterla condividere con voi. Vai su “Continua a Leggere” per l’intervista a Dj Damianito.
Inizio chiedendoti, mi racconti come hai vissuto i 30 secondi prima ed i 30 secondi dopo l’annuncio?
“Oh c***o.. (un minuto e mezzo di silenzio). I 30 secondi antecedenti alla notizia sono stati snervanti. E’ stata una doccia fredda perché era successo tutto troppo in fretta. In quelli successivi alla notizia non ho capito più nulla. Non mi rendevo conto se in quel momento chi avevo intorno mi stava odiando o mi volesse bene, non trovavo il mio amico Giulio che, essendo fotografo, speravo stesse immortalando quegli attimi. E’ stata una tempesta di emozioni.”
Cosa hai pensato in quel momento?
“Ho pensato: sei mesi fa sognavo di arrivare in finale ed ora sono accanto ai miei eroi, coloro che consideravo troppo forti per essere raggiunti, ed adesso ho l’occasione di suonare da qui a per sempre con loro. Adesso ci sarà un altro Damiano che guarderà i miei set e che si ispirerà a me. Non avrei mai immaginato di diventare così influente per qualcuno. Poi ho pensato subito ai miei genitori.. Ho sentito l’urlo di mia madre da Matera a Cracovia!”
Qual è stata la reazione dei tuoi?
“Mi hanno raccontato che mia madre è svenuta, nel vero senso della parola. Mio padre, che solitamente è un tipo molto pacato e silenzioso, credo che abbia tirato un urlo così forte da aver creato la voragine a Balduina haha.”
Come hanno percepito questa cosa a Matera?
“A Matera l’hanno sentita tanto. Se ci vado ora è come se ci andasse Michael Jackson haha.”
Hai avuto feedback?
“Un sacco. Mi sono arrivati una marea di messaggi su Instagram. E’ una settimana che il cel mi squilla 24 ore su 24.”
Il messaggio che non ti aspettavi?
“E’ stato quello di uno dei giudici, di Jazzy Jeff. Mi ha scritto il giorno dopo lasciandomi la sua mail e il suo numero di telefono.”
Dall’Italia invece?
“Le mie sorelle. Mi hanno scritto dei messaggi che mi hanno fatto commuovere. Loro hanno visto davvero la struggle che vivevo in quello che facevo.”
Sono convinto che per eccellere in qualcosa devi provare una sofferenza che ti sproni a raggiungere un determinato obiettivo. Te che hai provato questa struggle, una volta che sei riuscito in ciò che volevi, hai pensato “ora mi tolgo qualche sassolino”?
“Esatto, infatti sono diventato molto cinico. Ho focalizzato tutte le energie negative nella mia creatività. Tutti gli artisti hanno questa sofferenza che ti porta a fare qualcosa di straordinario. Ho ripensato a tutti i sacrifici fatti, a quei promoter che mi hanno solo sfruttato o che non hanno creduto in me, a chi diceva che facevo un prodotto non adatto, a quei falsi amici che ora mi chiamano..”
A livello di messaggi infatti hai notato un improvviso opportunismo?
“Molto. Da un giorno all’altro persone che non mi hanno calcolato per anni, mi hanno contattato dopo la conquista del titolo. Mi ha dato fastidio il fatto che quando chiedevo aiuto, quasi nessuno mi ha supportato, ma quando ora c’è da spartire la torta, tutti si fiondano su questo buffet. La frase più comune che abbia letto è infatti che abbiamo vinto tutti.”
Posso capire, però sotto un certo punto di vista è anche positiva come cosa, visto che rappresentavi l’Italia intera..
“Finché lo scrivono dei miei amici veri, sono il primo a cui fa piacere, ma quando lo fanno persone che mi hanno fatto dei torti o che mi davano del fallito, lo trovo senza senso.”
Il premio?
“E’ pesante haha. Il premio è composto da un mausoleo e dal kit Pioneer Gold limited edition Red Bull 3Style ottava edizione, che comprende l’S9 Gold con due giradischi PLX 1000 Gold.”
Come li hai esposti?
“Nel mio home studio ho un comodino dove sopra ho creato una vetrina con in prima fila le lattine di Red Bull in edizione limitata ed i cappelli, poi dietro a sinistra ho il premio del titolo italiano, mentre a destra il mausoleo. Ora non so dove mettere i due giradischi ed il mixer haha.”
Ma il mausoleo te lo hanno dato subito?
“Si ma l’ho lasciato lì. Era troppo pesante e non si chiudeva in valigia. Me lo devono spedire.”
Mi racconti com’è andata la storia della Wild Card?
“Ti spiego dal principio: eravamo 24 dj, e la prima sera siamo stati selezionati a sorteggio per creare i gruppi. Uno dei giudici prendeva a sorte un numero, collegato a una bandiera, da un cappello. Chi veniva estratto decideva il giorno e la posizione in cui voleva esibirsi. Io sono uscito per settimo ed ero partito da casa che volevo suonare il secondo giorno per secondo. Non c’è un motivo vero e proprio, se non che per scaramanzia al contest italiano avevo suonato per secondo.”
Eri contento della tua performance al girone?
“Non del tutto, per una serie di problemi tecnici. Quella sera ci sono state delle variabili che non avevo calcolato: il club era fighissimo, la media di età era perfetta, tutto andava benissimo, tranne due aspetti: il problema con il Talk Box, che è durato troppo e non me ne sono reso conto, e la clientela che era composta in maggioranza da dj, ergo se avessi fatto un set molto divertente, loro sarebbero stati fermi per studiare ogni minimo movimento. Questa roba mi ha innervosito.”
Infatti ti ho visto un po’ teso.. Come hai preso la notizia della vittoria al girone di Zapata?
“Ero sicuro che avrebbe vinto lui, ma dentro di me ho sperato che il resto dei gironi fosse abbastanza abbordabile per essere ripescato. Nel momento della notizia sono rimasto veramente male, ma ho pensato che il mio set era una bomba, dato che avevo messo dei trick che consideravo fuori dal pianeta: un conto è campionare in una canzone, un qualcosa che riprende le melodie di un’altra, con tre o quattro tasti, un altro è fare dei tone play in coordinazione con il pitch n time, cioè andare da un semitono coordinato con un punto cue. Era armonicamente completo, per cui i giudici, essendo delle leggende, lo avrebbero apprezzato. Mi sono preso anche il rischio di usare il talk box con le cuffie, e le avevo rotte per creare una sorta di archetto microfonico.”
Avevi pensato subito al ripescaggio? Come funzionava?
“Ci ho sperato subito. Dopo le eliminatorie venivano selezionati 4 dj, uno per sera. Quest’anno ne venivano ripescati due, mentre negli anni passati uno soltanto (non so per quale motivo). Le wild card sono i dj che i giudici ritengono possano fare di più rispetto al girone. L’estrazione è stata fatta a tre ore dalla finale, e quando hanno detto il mio nome ho pensato “Ok sono in finale, il mio obiettivo primario è andato in porto”. Ero felicissimo, ma ho dovuto castrare questa sensazione per concentrarmi sul set e fare un taglia e cuci, così da modificarlo in base alle sensazioni provate durante le serate precedenti. Io comunque, prima di ricevere la bella notizia, sono stato tutti i giorni ugualmente a mixare e a provare con gli altri e più degli altri, e questa cosa penso che abbia colpito i giudici. Non potevo farmi scappare una seconda chance del genere.”
Come hai scelto i due set?
“Ho lavorato ai due set come se fossero stati entrambi per la finale. Per quest’ultima, in più, ho scelto la struttura analoga utilizzata in quella italiana, riadattandola.”
Quando mi hai raccontato della vittoria del 3Style italiano, mi hai detto che dopo di essa la tua vita non era cambiata per nulla. In questo caso che sensazione hai?
“Devo ancora realizzare il fatto di essere sul tetto del mondo. Ora sono solo veramente stanco dopo una settimana di sbattimenti veri e propri. Sicuramente sarà un cambiamento drastico alla mia carriera, e ci saranno molte cose positive. Anche il team di Red Bull era felice della mia vittoria, quindi penso sia di buon auspicio.”
Da quello che ho notato è che, nonostante quella fosse la tua prima partecipazione, eri molto inserito e rispettato nell’ambiente, vero?
“Come ti dicevo mi sono allenato ispirandomi ai colleghi che dovevo sfidare. Se magari prima essere un dj significava guardare le classifiche che uscivano su internet, oggi per me invece è andare al supermercato, ascoltare una canzone e scomporla mentalmente già lì. Vedevo che loro mi rispettavano e temevano, mentre io, dal mio punto di vista, mi reputavo la loro ruota di scorta.”
Ho notato che dopo che hai vinto non hai pubblicato nulla.. Ma per scelta tua o avevi un guasto?
“Sì, mi sono preso un paio di giorni perché non sapevo cosa dire. Non riuscivo a tradurre a parole le mie sensazioni, e mia sorella mi ha aiutato a scrivere il primo post. Non mi aspettavo tutto ciò.”
Qual è la morale che hai imparato da questa esperienza?
“Il mio scopo era quello di imparare qualcosa di nuovo dai giudici e dai concorrenti. La morale è che con il lavoro duro si può raggiungere ogni obiettivo che si vuole.”
Ora che hai raggiunto questo traguardo, lo rifaresti?
“Mi piacerebbe ma non si può. Da ora dovrò giudicare gli altri. Da quello che ho capito, ti proclamano campione se ti ritengono molto influente sulla gente.”
Ti mancherà fare le gare?
“Un sacco.. Quello che provavo in gara è unico. Ora dovrò preparare showcase a livello dei giudici, quindi la gara si fa ancora più complessa. Devo tenere testa alle leggende.”
Progetti?
“Devo produrre. Mi butto sulla produzione e farò poche routine ma buone.”
Quando ho visto il set della finale che eri a 3000, quante Red Bull ti eri bevuto prima haha?
“6-7. Non fatelo a casa!”
Nei mesi in cui preparavi il set, qual è stata la rinuncia che ti è pesata di più?
“Metti un bip.. A parte gli scherzi, mi sono mancate le relazioni sociali. Molti amici mi chiedevano di uscire, ma per me anche andare a bere una birra la vedevo come una perdita di tempo. So che è brutto da dire, ma per me era così.”
Ti capisco perché ci sono passato con l’università. Dopo questa vittoria il 3Style in Italia aumenterà di visibilità?
“Sì, secondo me ci saranno molti più iscritti. Una volta mi hanno detto “Se ci sei tu a competere non mi iscriverò mai”, ora la situazione si fa molto interessante. Da chi si iscriverà, mi aspetto che cambi i giochi anche in Italia.”
Per concludere, come hai festeggiato dopo la vittoria?
“Ti dico solo che ho perso gli occhiali.”
Complimenti a Damiano che è riuscito in un’impresa storica nel suo genere. La cosa che ho apprezzato maggiormente è che non ho trovato nessuna differenza di comportamento rispetto a prima e dopo la sua vittoria. La sua umiltà è la chiave del suo successo.
Per vedere il set della finale clicca qui.
La prima foto del post è di Giulio Cafasso. La seconda è di Mattia Pistoia.
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