venerdì 8 dicembre 2017

SURFABLOG.COM INTERVISTA SIMONE FUGAZZOTTO

Ieri ho avuto il piacere di andare in studio da un artista, che ha scelto la figura della scimmia come protagonista delle sue opere. Considerato come uno dei personaggi di spicco dell’arte moderna attuale, Simone ha accumulato numerose esperienze internazionali, tanto da esporre abitualmente i suoi lavori a New York, a Parigi e a Milano. Affascinato dai suoi dipinti, gli ho posto una serie di domande per conoscerlo meglio, quindi vai su “Continua a Leggere” per l’intervista a Simone Fugazzotto.


Sul tuo sito, la biografia è semplicemente “Simone è nato. Poi ha dipinto”. Qual è la tua storia?
“Io odio le biografie, perché la bio è la prima cosa che chiedono gli addetti ai lavori. Quella frase è una provocazione perché secondo me un artista va valutato solo per il suo operato e nel mio caso parla la pittura. Il mio percorso è affascinante e lo sto raccontando in un documentario che sto girando tra New York, l’India ed il Sud America. Quindi non giudicatemi per quello che ho vissuto, ma solo per quello che sto facendo”.

Come mai le scimmie sono il fulcro delle tue opere?
“Ho sempre raccontato l’essere umano, di cui ne sono innamoratissimo nonostante i suoi peccati, le sue debolezze ed i suoi vizi. Raccontandolo da tanti punti di vista diversi, ad un certo punto mi sono reso conto che dovevo trovare una prospettiva ulteriore per parlare di lui in un modo ancora più efficace: volevo far arrivare la debolezza dell’uomo all’uomo, ma non attraverso di esso, ma tramite una metafora. La scimmia è l’unico animale (con il 95% del nostro codice genetico), che ha un’empatia di sguardo o di movimenti, che ti fa arrivare un’emozione ed allo stesso tempo, comunica con la parte più inconscia di noi. Spesso infatti le persone hanno paura delle scimmie. Vedere una scimmia con il rossetto, non è come osservare una donna con il rossetto, ma si vede tutta l’assurdità di un essere vivente che si mette del rosso sulle labbra perché crede di essere più attraente. Se ci pensi è pura follia, ma noi però la diamo per scontata. La scimmia mi serve per rendere esplicita una cosa che ormai risulta essere invisibile ai nostri occhi”.

Ricordi qual è stata la prima scimmia che hai dipinto?
“L’ho realizzata nel 2003, ma non era come i soggetti che faccio ora. Era un semplice animale”.

Quali sono gli artisti che ti hanno ispirato ed influenzato maggiormente?
“Io impazzisco per Picasso e per me è un artista che tutt’ora è sottovalutato: non è pienamente capito, nonostante sia considerato uno dei più grandi. Sono stato influenzato indirettamente dalla corrente californiana: Todd Schorr, Robert Williams, Mark Ryden, ovvero tutta gente che ha dato all’arte contemporanea una chiave figurativa ma ironica. Io uso l’ironia per raccontare storie pesantissime”.

KAWS è uno degli artisti più quotati dalla scena musicale e della moda statunitense. Che ne pensi di lui?
“Anni fa il suo stile mi piaceva, ora non mi fa impazzire. Ritengo che sia un artista che tramite contatti particolari è riuscito ad imporsi. Trovo le sue strutture un pò banali, ma capisco che possa funzionare a livello commerciale”.

Qual è il tuo più grande successo?
“Sono due e purtroppo come spesso succede, il grande successo diventa quasi un incubo. Il primo è stato quello della scimmia che si spara in bocca e dalla nuca fuoriesce un arcobaleno (nell’ultima foto del post). L’ho presentato anni fa all’Art Basel e l’avevo fatto come ultimo lavoro perché mancava un pezzo da completare. Da quando l’ho realizzato, per anni collezionisti e gallerie non facevano altro che chiedermi quel soggetto. Ne è stato creato ogni tipo di merchandising, anche quello che non vorresti mai vedere, come le tende da bagno. Un successo, poi digerito dal marketing, ti torna indietro sempre come una cosa sporca. L’altro è quello delle due scimmie che si baciano con sopra la testa un cubo di Rubik a forma di cuore (nell’ultima foto del post)”.

Tra i tuoi estimatori ci sono diversi personaggi pubblici. Vuoi parlarne?
“Fortunatamente ce ne sono tanti. Al di là dell’apprezzamento, mi piace quando da questo presupposto nasce una collaborazione. Così è successo con Federico Buffa, ora c'è al cinema il film “Gli Sdraiati” di Francesca Archibugi, che ha scelto come protagonista un mio quadro, le Vibrazioni mi hanno commissionato una loro copertina. Ce ne sono tanti.”

Ti faccio una domanda indelicata. Come ben sai le opere di un artista acquistano spesso valore dopo la sua morte. Attualmente su che range ti muovi?
“Il mercato dell’arte ha questa caratteristica negativa di non essere trasparente. Infatti se te vuoi vedere quali sono i miei prezzi, devi essere iscritto ad ArtPrice, che è un sito di aste, oppure c’è un volume annuale del Corriere della Sera che esce a Gennaio (su cui sono da quattro anni), in cui ti da il range dei prezzi dei migliori 200 artisti italiani. Se però non sai questi parametri, purtroppo non puoi avere un'idea. Attualmente il mio lavoro più piccolo sta sui 2.500 €, fino ad arrivare a 30.000 $ dei pezzi più grandi. Il mio valore sta salendo di anno in anno perché sto lavorando bene.. E’ buono, ma per l’arte contemporanea è ancora basso. C’è ancora tanto da fare.”

Qual è stata l’opera a cui hai lavorato per più tempo?
“Una volta facevo dipinti tipo Caravaggio ed erano opere molto difficili. Ricordo che vivevo nel Queens ed avevo uno studio in un sotterraneo marcio ed ho realizzato un Romeo e Giulietta di tre metri per due. Ci ho lavorato ininterrottamente per un mese e una settimana. L’ho venduto un anno dopo, perché all’epoca il mio mercato era debolissimo. Magari fosse stato sempre come adesso, che faccio un’opera e la vendo dopo cinque minuti. I miei quadri all’epoca erano dipinti benissimo, non costavano niente ed eppure non si vendevano. Tutto gira intorno al nome che uno si fa”.

Quando hai avvertito che la tua passione era diventata un lavoro? C’è stato uno switch?
“C’è stato quando Sgarbi nel 2008 mi ha portato alla Biennale di Venezia. Per un ragazzo di 28 anni era una cosa importantissima: l’ho fatta molto giovane e provenivo dagli Stati Uniti. Al momento non mi sono reso conto, ma subito dopo tutto il mercato si rivolgeva a me in un altro modo. Era cambiato proprio il vento e mi sono reso subito conto, perché ho iniziato a vendere”.

Hai vissuto a New York ed ora sei a Milano. Perché sei tornato qui?
“Fortunatamente, io sono tornato una settimana fa da Rio de Janeiro e tra dieci giorni vado a New York. Il mio lavoro mi tiene a Milano solo quattro o cinque mesi l’anno. A Rio ho fatto un muro di trentacinque metri nella Favela di City of God. Dopo la mostra che farò a Milano a Marzo, tornerò in Brasile e poi andrò a Città del Messico dove dipingerò un altro muro gigante. Dopo sei anni di NYC non ce la facevo più, perché quando vuole è una città estremamente cattiva. Non sopportavo più il modo freddo o opportunista della gente. Noi siamo italiani e siamo legati indissolubilmente ad un calore umano. Non riusciamo ad essere freddi o calcolatori, perché vogliamo bene alla gente che abbiamo attorno. New York non è il posto che sento essere casa”.

Quando dipingi ascolti musica?
“Sempre. Negli anni scorsi ascoltavo più Jazz, perché mi dava un ritmo e perché le parole mi distraevano. Da tre o quattro anni ascolto di tutto, specialmente il Rap americano. In particolare amo il Rap Old School della West Coast”.

Nel mio blog parlo molto di sneakers e te oggi hai indosso un bel pezzo: una Air Jordan XII Flu-Game. Sei un appassionato?
“Ho uno stanzino pieno di scarpe e la mia ex mi aveva minacciato perché ne compravo troppe. Per me le Jordan sono un viaggio perché amo il basket e perché lui era un idolo. Questa è la mia preferita e l’ho comprata a New York da Flight Club: è l'originale di quell’anno e l’ho pagata un sacco”.

Ho visto che sei un appassionato di calcio. Per che squadra tifi?
“Tifiamo la stessa squadra.. La nostra magica Inter”.

Grande! Se l’Inter dovesse vincere lo Scudetto, faresti un quadro di una scimmia con la maglia nerazzurra?
“Haha non lo farei mai. Perché intanto sarei in giro ad esultare per settimane di seguito e poi perché sono due passioni che non si sono mai sfiorate e non ho intenzione di farlo. Non so darti una spiegazione, ma sono due amori che non sono mai combaciati”.

Ringrazio Simone per la disponibilità augurandoli davvero il meglio e Dj Message per avermici messo in contatto. Per seguirlo vi lascio i suoi link qui di seguito:
Surfa