lunedì 24 luglio 2017

SURFABLOG.COM INTERVISTA MYDALAB: IL PRIMO ED UNICO STUDIO DI GRILLZ IN ITALIA

I grillz sono un accessorio luxury per i denti, e sono stati resi noti principalmente dagli artisti Hip-Hop statunitensi. I primi gioielli dentali sono apparsi a New York City nei primi anni ’80, per poi diventare un vero fenomeno di tendenza a metà degli anni 2000 con l’esplosione del Dirty South. In Italia, sia per un pregiudizio che per l’assenza di professionisti capaci di produrli, i grillz sono stati a lungo un taboo. Negli ultimi due anni, però, la situazione è cambiata, e molto di questo si deve a Teo e Simo di MydaLab, che ho intervistato per voi. Vai su “Continua a Leggere” per vedere cosa ci siamo detti.


Ciao ragazzi com’è nata l’idea di creare MydaLab?
Simo: “Prima di MydaLab c’era Grillz Inc. Milano, che era un’idea di Teo nata in seguito ai suoi studi di odontotecnica. Siamo tutti cresciuti guardando MTV Cribs o i videoclip americani, quindi lui ha voluto unire la sua professione alla sua passione, e così è nato il progetto.”
Teo: Sostanzialmente si è evoluta anche la mentalità riguardante l’Hip-Hop, che infatti si è legato molto al Fashion, quindi anche i Grillz sono andati di pari passo.”
Simo: “Esatto. Inizialmente Teo ed altri due ragazzi avevano fatto una prova, dato che questo è un prodotto che non fa parte della nostra cultura e nessuno a scuola ti insegna come fare i grillz. Essendo lui molto bravo come odontotecnico, e dato che lavorava nell’azienda più importante in Italia, facendo determinati tipi di lavori si è avvicinato a questo mondo. Io, che all’epoca lavoravo per Sneakers Magazine, ho visto la loro pagina e li ho contattati. Anche se era un’idea ancora embrionale, ho notato che il progetto aveva un potenziale enorme evolvendo il tutto. Da una semplice pagina Facebook abbiamo cambiato nome ed evoluto il concept.”

Qual è lo staff di MydaLab?
Teo: “L’azienda è nata il 29 Ottobre del 2016 con me e Simo. Gli altri due ragazzi hanno abbandonato il progetto perché non ci credevano. Io mi sono trovato davanti alla scelta di lasciare un posto fisso ed aprire un laboratorio con la mia partita IVA. Ora sono in pianta stabile lì, che è il posto dove i clienti vengono a ritirare il proprio grill, dopo aver preso la loro impronta in uno studio dentistico associato."

Non sapevo che l’impronta venisse presa in separata sede.. Come mai?
Simo: “Devo farti un breve prologo prima di risponderti. Lo studio dove Teo svolge l’attività è a 200 metri dall'ambulatorio del dentista. Mentre quello in cui stava prima era molto importante, perché aveva gli appalti di molti ospedali e quindi il lavoro era maggiormente di quantità (quantity over quality), il tipo di lab in cui è ora Teo, è più piccolo ma d’eccellenza: si fanno lavori mirati e complessi. C’è un rapporto diretto sia con il dentista che con il cliente.”
Teo: “Inizialmente il dentista e l’odontotecnico erano in società, ma col passare del tempo c’è stata un’inflazione di odontotecnici, perciò il dentista ha avuto una posizione di prestigio potendo scegliere con chi lavorare. Il dentista acquista il tuo servizio, ma non essendoci più un contratto vero e proprio, ora può decidere anche in base a motivazioni futili se mandarti via come odontotecnico e prenderne un altro. Ma ora con i grillz abbiamo invertito questa tendenza: è il dentista che ha bisogno dell’odontotecnico".
Simo: “Ora è Teo che sceglie il dentista in base ai criteri che piacciono a lui, e lo fa lavorare. Si è capovolto un rapporto che prima era di subordinazione. Ricollegandomi alla tua domanda: il punto focale del nostro business sono i gioielli dentali. Io per partire da esso ho bisogno dell’impronta, e la legge italiana dice che l’odontotecnico non può mettere le mani in bocca al cliente. C’è questo paradosso: chi fa piercing può bucarti la lingua, dividerla in due, mentre l’odontotecnico, che è una persona che ha studiato, non può prenderti un’impronta (un’operazione che ovviamente non causa alcuna fuoriuscita di sangue).”
Teo: “C’è solo in Italia questa legge. Inoltre per noi il grill non è assolutamente una cosa dentale. E’ un gioiello come può essere un anello, un orecchino o una collana. C’entra con i denti solo perché è sopra di essi.”

Ho letto e sentito voci che il grill fa male ai denti.. Che ne pensate?
Simo: “Per il discorso che ti ho fatto prima e per un motivo economico, ai dentisti non va molto a genio l’idea del grill. Il dentista ha interesse a dire questa cosa per due ragioni, di cui una è vera ed una è falsa. Dato che in Italia manca la cultura del grill, quando si cercavano su Google apparivano quelle robe che compri a 5€ su Amazon. Quelli sono dei prodotti standard in alluminio colorato. I denti sono come le impronte digitali ed ognuno li ha diversi. Sono tante le variabili dei denti che dipendono da numerosi fattori: età, dimensioni, etnia. Oppure è come se vai a comprare delle sneakers ed al negozio hanno una sola misura. Ovviamente c’è qualcosa che non va, perciò in quel caso è vero che fanno male. La motivazione falsa è che il prodotto in generale fa male, visto che quello che facciamo noi è realizzato da odontotecnici professionisti, rispettando tutti i criteri ed utilizzando materiali certificati. Il costo di un dentista, essendo cinque o dieci volte superiore al nostro, crea questo tipo di atteggiamento da parte della categoria.”
Teo: “Noi non abbiamo nulla contro i dentisti. Abbiamo solo invertito una tendenza. L’odontotecnico ha senso di esistere finché c’è il dentista e viceversa.”

Come vi dividete i lavori?
Simo: “Teo è l’unico che è qualificato a livello odontotecnico. Io, che non lo sono, mi occupo di tutto il resto. Tante volte le scelte sono prese in comune."

Chi è stato il primo rapper a chiedervi un grill?
Teo: “E’ stato Sfera, ed è anche quello che ha più lavori nostri, ne ha 7-8. Singolarmente in un unico grill, il record appartiene a Tony Effe che ha 16 denti grillati. Sfera ce ne ha chiesti di ogni tipo.
Simo: Il primo glielo abbiamo fatto il 28 Gennaio 2016: lui suonava in un posto e noi eravamo lì. Gli ho detto “Ci piace quello che hai fatto, noi siamo i primi in Italia a fare i grillz.” Teo ne aveva uno in bocca e a lui è piaciuto subito. La stessa settimana è passato a trovarci e glielo abbiamo fatto.”

In pratica è successo un pò come quando vi ho incontrato la prima volta durante una nostra serata al Byblos. Anch’io vi ho conosciuti proprio agli inizi, ma in breve tempo siete esplosi. Ve lo aspettavate?
Simo: “Sì frate, era inevitabile. Senza falsa modestia abbiamo intercettato una tendenza che stava per esplodere. Siamo state le persone giuste nel momento giusto.”

Quali sono i vostri clienti migliori?
Teo: “Non c’è una categoria in particolare. Abbiamo artisti, tatuatori, stilisti, anche il ragazzo di quartiere ed ogni tipo di età.”
Simo: “Esiste un vuoto legislativo sui grillz, quindi a me nessuno vieta di metterne uno in bocca ad un bambino di 8 anni. Noi per una scelta etica abbiamo deciso di non scendere al di sotto dei 16 anni, poi dai 16 ai 18, sempre accompagnati da un genitore. Abbiamo creato una sorta di condotta deontologica.”
Teo: “Sinceramente questa scelta ci è anche costata, perché ogni giorno ci scrivono quattordicenni in fissa per il Rap che vogliono i grillz.”
Simo: “Non abbiamo solo rapper come clienti, anche perché in Italia non sono infiniti. Noi abbiamo cercato di spostare il grill dall’immaginario tipico statunitense del pappone, avvicinandoci al mondo della moda.”

Voi quindi siete gli unici in Italia?
Teo: “Primo ed unico studio. Quando siamo nati, volendoci avvicinare al mondo del fashion, abbiamo collaborato con Sita Abellan, la modella scoperta da Rihanna. Abbiamo curato la sfilata di Philippe Plein e ci ha fatto i complimenti Fat Joe. Ovviamente hanno provato a copiarci, ma come ti dicevo nessuno ti insegna a fare i grillz, perciò è difficile continuare a farlo. Ci ho messo 3 anni per affinare la tecnica, ho cambiato metodo di preparazione 6 volte, ho spaccato forni ecc. Le persone ci provano, ma durano 1 o 2 mesi.”
Simo: “Noi abbiamo proprio iniziato nel mondo della moda. Uno dei primi lavori è stato un cortometraggio “Becco di Rame” che ha vinto il Fashion Film Festival. Un conto quindi è aprirsi uno studio, pagare le tasse ed il commercialista, ed un altro è essere un odontotecnico che durante il tirocinio realizza una griglia per i suoi amici. Poi spesso questi ultimi vengono a piangere da noi. E’ un pò come chi si fa tatuare in casa e poi va allo studio di tatuaggi a farselo coprire.”
Teo: “I costi del nostro studio dipendono dal fatto che né io, né Simo abbiamo familiari che lavorano nell’ambito dentale. Siamo entrambi figli di impiegati statali. Io vengo dalle popolari di Cologno, mentre lui da Cassina de’ Pecchi. Abbiamo inseguito il nostro sogno.”

A chi vorreste fare un grill?
Simo: “A tutti. Il sogno è fare come Bill Gates: un computer su ogni scrivania. Per noi un grill in ogni bocca.”

Se ne devi scegliere uno?
Teo: “E’ una domanda che non ci hanno mai fatto. Nell’ambito Hip-Hop mi piacerebbe farlo ad A$AP Rocky.”
Simo: “In generale ti direi Donald Trump!”

Dai grillz passereste in futuro anche ai chains?
Simo: “Siamo già nel futuro, perché già siamo passati ai chains. Ci stiamo occupando di gioielleria, ma non tratteremo materiali come l’argento o il legno perché non vogliamo fare concorrenza ad altre realtà che esistono già in Italia e con cui siamo in ottimi rapporti. Noi cureremo oro, platino, diamante, oro bianco con un tocco che va oltre al classico italiano. Produzione orafa italiana con scelta in stile americano.”

A chi vi ispirate?
Teo: “Ben Baller ed If & Co.”
Simo: “Diamo sempre un occhio ai competitor e ce ne sono di buonissimi in Europa. La migliore è Dolly Cohen, che è una ragazza francese che viene in Italia a fondere. E’ passata alla storia perché è riuscita a fare i grillz a personaggi come Rihanna, Madonna, Pharrell, Nicki.. Ci è riuscita perché come ti diceva Teo prima, lei, non essendo italiana, non è limitata dalle leggi sull’impronta, perciò va nei backstage dei concerti e prende il calco dentale degli artisti e spedisce loro il gioiello a casa.”

Quali artisti stranieri vi hanno chiesto i grillz?
Simo: “Keith Ape, Fat Joe, Liza Monet e Steve Aoki.”

Invece a quali rapper italiani li avete fatti?
Teo: “Praticamente a tutti. Marracash, Guè Pequeno, Sfera, Nerone, Fred de Palma, Luché, Nto, Nitro, Lazza, Vegas Jones, tutta la Dark Polo Gang compreso Sick Luke, Tedua, Canesecco, Jamil, Laioung, Rkomi..”
Simo: “Non riesco a ricordarli tutti. Faccio prima a dirti quelli che non abbiamo toccato: Fedez, Emis Killa, Noyz Narcos, Salmo e Fabri Fibra. Tommy Kuti è in consegna..”

A Settembre me ed Exo! La richiesta più insolita che vi hanno fatto?
Teo: “E’ stata quella di Wayne della DPG. 8 denti in oro con incastonati, in modo irregolare, zaffiri e rubini. Il resto della superficie è stata battuta e punterellata.”

Quello che non vi aspettavate vi chiedesse un grill?
Simo: “E’ stato Stefano De Martino. Con cui ho fatto una figura di m*rda epocale chiedendogli di portarci Belen. Non sapevo si fossero lasciati da un anno e mezzo.. Questo per farti capire quanto ne sappiamo di vip.”

Ascoltate musica mentre lavorate?
Teo: “Io perennemente. Ascolto molta Trap, anche italiana.”

Conoscevate Surfablog.Com? Seguite il mondo dei blog in generale?
Simo: “Sì, certo conoscevamo il tuo. Seguo principalmente quelli sulle sneakers. Uno dei miei preferiti è Highsnobiety”.

Progetti futuri?
Simo: “Al momento tutto top secret. Cerchiamo una continua innovazione e proseguire con il tocco Made in Italy.”

Ringrazio Simo e Teo per questa bella chiacchierata. Apprezzo molto una realtà come la loro: sono partiti da zero e hanno creato un business in continua crescita. 
Per maggiori informazioni sul loro studio clicca qui.
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