Cosa vi ha ispirato e dov’è nato questo stile così particolare?
“Essendo cresciuti negli anni ’80, siamo stati ispirati dal cinema, dalla musica di quel periodo. Lo stile è nato in modo casuale quattro anni fa, quando Marco ha ideato delle grafiche di “Ritorno al Futuro” negli uffici in cui lavoravamo prima. I suoi tratti erano spessi, mentre i colori pieni, e, una volta concluso il disegno, ci sembrava una vetrata di una chiesa. Abbiamo quindi voluto calcare quella tipologia evolvendola secondo il nostro stile, ispirato appunto alla “Cultura Pop”. E’ una cosa che abbiamo dentro, ma è nato tutto per caso, così come Van Orton. Non c’è stato uno studio precedente, ma poi abbiamo ricevuto numerose richieste che ci hanno fatto capire che questo concept piaceva ed era apprezzato”.
Come noi, anche voi siete due gemelli; come vi dividete il lavoro?
“Marco ha iniziato con i primi disegni, ma inizialmente facevamo entrambi tutto: dalle tracce, ai colori, alle illustrazioni. Pian piano ci siamo divisi il lavoro in modo naturale. Ora Marco inizia con la traccia e io (Stefano) mi occupo dei colori. La separazione dei compiti in questo modo ci permette di essere molto attivi”.
Quando avete capito che la vostra passione stava diventando un lavoro?
“Noi abbiamo sempre fatto i grafici in uno studio come lavoro. Con Van Orton, vedendo la risposta del pubblico e capendo che inconsapevolmente avevamo creato uno stile, dopo 12 anni abbiamo lasciato il posto in cui lavoravamo. Il momento preciso è stato dopo il progetto con Sisley e Fedez. Dopo quel lavoro abbiamo deciso di mollare tutto e dedicarci solo a Van Orton”.
A proposito di Fedez, com’è nato il rapporto con lui?
“Più che con lui, il rapporto lavorativo era con il direttore creativo di Sisley. Fedez ci ha scelti e chiamati per la sua linea di abbigliamento, ma ci siamo conosciuti di persona solo all’evento di lancio della collezione. E’ con Sisley che siamo principalmente in contatto e con cui lavoriamo saltuariamente”.
Rimanendo nell’ambito del Rap, com’è nata invece la vostra collaborazione con Jake La Furia?
“E’ nata con una mail della Universal Music, che ci contattava per chiederci la realizzazione della copertina del suo disco solista intitolato “Fuori Da Qui”. La cosa bella è che ci hanno scritto in inglese perché pensavano fossimo stranieri. Jake, invece, ricordo che ha iniziato a seguirci su Instagram due anni fa, e quindi poi ha spinto per farci contattare così da curargli la cover dell’album. In seguito oltre a quella abbiamo creato gli artwork di altri singoli del disco, e si è affidato completamente a noi. Ci siamo trovati molto bene con lui”.
Come mai la scelta di non farvi vedere in volto tipo i Daft Punk?
“Perché siamo molto riservati. Inizialmente abbiamo puntato molto su questa cosa e non volevamo farci vedere. Poi la cosa è scemata, ma il concetto di base era quello di puntare su cosa facciamo e non su chi siamo”.
La vostra illustrazione preferita in assoluto?
"La mia, ovvero la seconda che ho realizzato; è quella di Robocop, che ho creato interamente io. Mentre quella di Marco è Fuller McCallister di “Mamma Ho Perso l’Aereo”. A livello d’immagine Fuller è un pò la nostra mascotte!”
Che musica ascoltate mentre lavorate?
“Van Orton! In realtà passiamo dall’Elettronica, al Rap, al Rock Progressivo. E sì, anche la nostra roba, perché ogni tanto suoniamo anche. Il nostro genere è principalmente Elettronica con dei sintetizzatori e suoni anni ’80”.
Siete appassionati di sneakers? Qual è la vostra preferita? Anche se immagino si tratti di quella di “Ritorno al Futuro”.
“Sicuramente, a livello grafico, visivo e iconografico, lei è la nostra preferita. Però se dovessi dirti una sneaker che indosso, il modello è la Air Max 1. Ci piacciono molto anche le Gel Lyte. Abbiamo gli stessi gusti.. ci scambiamo le scarpe”.
Di streetwear? Il vostro brand preferito?
“In realtà non ce n’è uno nello specifico. Ci piace molto Carhartt, ma non ne abbiamo uno preferito in assoluto”.
Qual è stata l’esperienza più bella che avete vissuto grazie al vostro lavoro?
“Ricordiamo con piacere la collaborazione con Lorenzo Jovanotti. Avevamo iniziato da poco con Van Orton e, in breve tempo, ci siamo ritrovati a vivere un’esperienza molto grossa, visto che abbiamo curato il suo merchandise, il video intro e delle grafiche nel tour negli stadi. La sua prima mail, in cui ci diceva che gli sarebbe piaciuto collaborare, è stata una grande soddisfazione. Questo anche grazie a due registi di Roma chiamati Yonuts, che avevano girato il suo video “Sabato” e gli avevano parlato di noi”.
Con chi vi piacerebbe collaborare?
“Ci piacerebbe collaborare con un duo di illustratori australiani che si chiamano We Buy Your Kids. Li abbiamo sempre apprezzati tantissimo”.
Nuove collaborazioni e progetti?
“Abbiamo collaborato con Xbox, Three Olives Vodka e Philips ed ora lanceremo una collezione con Disagio Clothing, che uscirà ad inizio Marzo”.
Conoscevate già Surfablog? Seguite il mondo dei blog?
“Lo abbiamo conosciuto tramite Pool di Disagio Clothing. E’ stato lui il primo a parlarci di voi. Da lì poi siamo andati su YouTube e abbiamo visto il Making Beats che hai fatto in studio con Don Joe. Vi conosciamo da un paio di anni. Non siamo appassionati del mondo di blog, ma seguiamo principalmente dei canali YouTube che trattano retro games”.
Ringrazio Ste e Marco dei Van Orton per la loro disponibilità. Vi lascio i loro link che meritano: vanortondesign.com & instagram.com/vanortondesign.
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