martedì 11 ottobre 2016

REDBULL.COM/SURFABLOG: LENNY S. DI ROC NATION RACCONTA JAY Z


Lenny Santiago è il Vice Presidente di Roc Nation, l’etichetta fondata nel 2008 da Jay Z.
La compagnia, che ha uffici a New York City, Londra e Los Angeles, si è evoluta nel corso degli anni, siglando partnership con Live Nation, Sony Music, Universal Music, Warner, Three Six Zero Group, e addirittura nel 2013 ha aperto una filiale dedicata agli sportivi, chiamata Roc Nation Sport.


Ad oggi, gli artisti prodotti dalla label sono tantissimi, tra cui spiccano: Rihanna, Shakira, T.I., VIc Mensa, Meek Mill, i Korn, Kanye West, J. Cole, Big Sean, Demi Lovato, Dj Khaled, Future, Dj Mustard e molti altri.
In questa esperienza Jigga è stato aiutato e supportato da un certo Lenny Siantago aka Kodak Lens, il suo braccio destro, che ha avuto un ruolo chiave nell’evoluzione di questa label.
Lenny ha mosso i primi passi nella discografia negli anni ’90 lavorando per la Roc-A-Fella Records nel ruolo di A&R. Tra i suoi compiti più importanti troviamo la produzione di “The Blueprint” di Jay Z e di “Watch The Throne” di Jigga e Kanye.
Oggi Kodak Lens, dopo aver realizzato i suoi sogni, ha voluto raccontare alcuni momenti dei suoi inizi per stimolare i giovani a seguire le sue orme. I piccoli hustlers hanno tanto da imparare da lui, quindi eccovi degli estratti della sua intervista per la campagna #BriskMode.
Sui primi anni nello street team di Roc-A-Fella ha affermato:
"Ho iniziato quando loro erano appena nati. Nella mia carriera mi sono sempre occupato della promozione dei progetti. La promo giusta è la chiave vincente del business. Ho girato molto e questo mi ha permesso di crescere. Fare tour promozionali, seminari e convention per gli States, era fondamentale per promuovere un artista negli anni ’90".
Sui suoi ricordi riguardanti la lavorazione di “The Blueprint” ha dichiarato:
""Blueprint” è uno dei miei album preferiti in assoluto, ed aver dato il mio contributo per la sua creazione mi rende orgoglioso del mio percorso. Jay in studio era semplicemente incredibile. Essere in sala di registrazione con lui, vederlo registrare brani che hanno fatto la storia, è stata una grande ispirazione. Quelle tracce erano spaziali. Avevamo il sentore di vivere un momento che sarebbe stato l’inizio di qualcosa di grandioso. E’ fantastico vedere oggi l’impatto che hanno avuto quelle tracce, ed io conservo un ricordo bellissimo di quell’esperienza. A volte per far uscire un disco ci vuole uno o due anni, mentre in quel caso Jay è stato un lampo".
Per quanto riguarda i suoi album preferiti, Kodak Lens è sempre di parte:
"In realtà ne ho tre o quattro: “Reasonable Doubt”, “The Blueprint”, “The Black Album” e “Watch The Throne. Questi sono i miei favoriti in assoluto".
Lenny S. ha anche lavorato proprio a quest’ultimo disco sopracitato, e a tal proposito ha rilasciato:
"Ye e Jay avevano una grande sinergia. Erano già una famiglia, quindi per loro tutta la lavorazione è stata un processo naturale. Non c’era competizione tra di loro, e a mio parere non si può fare un album in coppia se non si è davvero amici. Loro, avendo già collaborato in precedenza su numerose tracce insieme, hanno sempre avuto una grande stima reciproca. Appena mi hanno comunicato la notizia che si sarebbero messi a lavoro per un CD, ho risposto “Bam! Questo disco sarà una bomba”! La cosa bella è che ha rispettato le enormi aspettative quando è uscito. E’ semplicemente un classico".
Sul rapporto prima ed ora con Jay, Lenny ha detto:
"Ma non c’è grande differenza ora rispetto a prima nel rapporto che abbiamo. Ha sempre avuto lo stesso approccio al lavoro. E’ sempre concentrato. Lui va in studio, ascolta le basi e poi ci mette il suo". 
Infine, Kodak ha voluto raccontare la più grande lezione ricevuta, o, come direbbe Dj Khaled, la “key of success”, durante questa sua lunga carriera:
La key è che le relazioni stesse sono le chiavi del successo. I rapporti mi hanno reso quello che sono e hanno dato vita a tutte queste situazioni. Non sto parlando di rapporti di convenienza, o relazioni unilaterali, ma di persone con cui ho creato un legame tale per il quale farei di tutto. Quello che do in campo lavorativo mi è sempre stato restituito indietro reciprocamente. Io tratto bene gli artisti con cui collaboro, e loro sfornano dei grandi prodotti. E’ tutta questione di rapporti che si creano e, ad esempio, qualche giorno fa ho organizzato con Khaled l’apertura del “Formation Tour” di Beyoncé ad Atlanta. Ho contattato gli artisti e, nonostante alcuni di loro avessero impegni o non venissero pagati, sono venuti per me. Molti di loro mi hanno detto “L’ho fatto per, perché te lo meriti”. Sto parlando di gente che viene pagata moltissimo sia per live, che per featuring, ma a volte non contano solo i soldi. Loro mi rispettano perché io li rispetto. E’ un rapporto genuino.
Per quanto riguarda proprio Jay Z, ultimamente il rapper è apparso a sorpresa nell’ultima data del “Formation Tour”, ha siglato un accordo con Lee Daniels per la biografia di Richard Pryor, ha collaborato con Spike TV per una serie di documentari ed ha creato una playlist su Tidal dedicata al Rap della Golden Era.
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