mercoledì 10 aprile 2019

SURFABLOG.COM INTERVISTA CARLO RIVETTI, CEO DI STONE ISLAND

Ieri Stone Island inaugurava la sua esposizione per il Salone del Mobile di Milano, chiamata “Prototype Research: Series_04” (per saperne di più clicca qui). Durante questa occasione, Exo ha avuto il piacere di incontrare nuovamente Carlo Rivetti, proprietario di Stone Island che nel 1983 ha conosciuto Massimo Osti. Quest’ultimo un anno prima aveva dato vita al brand ed i due hanno collaborato creando una serie di giacconi con un logo caratterizzato dalla Rosa dei Venti, simbolo dell’amore per il mare e per la ricerca costante. A metà degli anni ’90, Massimo ha lasciato l’azienda, che da quel momento in poi è stata gestita da Rivetti. Vai su “Continua a Leggere”, per la sua intervista.


Qual è la differenza principale tra questa Prototype Serie e quella dell’anno scorso?
“Sono due procedimenti completamente diversi: quello dell’anno scorso aveva un lavaggio molto forte, che aveva dei restringimenti del 50%, questo invece è totalmente differente. Hanno in comune la tintura in capo, che per noi è molto importante, ma è una sperimentazione su materiali e tecnologie molto diverse.”

Quali sono le novità della Series_04?
“Abbiamo scelto il capo in Nylon Metal, un tessuto storico di Stone Island. Una volta realizzata la giacca in bianco, gli applichiamo sopra un collante e poi individualmente le mettiamo in queste macchine che fanno floccaggio. Si tratta dell’unico macchinario in Italia che non fa il floccaggio dall’alto, ma dal basso, infatti crea un campo magnetico affinché le fibrille di cotone si muovano e si attacchino al capo. Dobbiamo tenere i giacconi fermi a 70 gradi, in modo che il floc si fissi sul nylon, e a quel punto possiamo dipingere il capo. Succede che il nylon diventa rosso e il cotone diventa blu, perché facciamo la doppia tintura. Con le nostre capacità tintoriali però possiamo fare un tessuto tutto rosso o tutto blu o del colore che ci piacerebbe fare. Ne abbiamo fatti 100, e ora siamo alla ricerca di capire se siamo in grado di industrializzare il processo di floccaggio.”

Quanto ci vuole per produrre un capo del genere?
“Un dato certo è che una volta finiti devono stare fermi 5 giorni. Quindi per produrne uno, ci vogliono una decina di giorni.”

Avete da poco collaborato con Supreme: com’è nata la collezione e com’è andata?
“E’ andata meravigliosamente bene! Come sempre! La collaborazione con Supreme è nata qualche anno fa, quando James Jebbia mi ha chiamato e ci siamo incontrati. Alla fine del meeting mi fa “Facciamo la collaborazione?” E io gli ho detto “No. Vediamo il prodotto, e se tu sei contento e anche io sono contento, la facciamo”. Abbiamo visto il risultato ed era molto bello perché aveva il DNA di tutti e due i marchi, e così abbiamo iniziato a collaborare. Da allora ad oggi siamo alla quarta collaborazione. Va sempre tutto sold out.. e si parla di secondi.”

Tra poco aprirete un mega store a San Babila, me ne parli? Come mai così vicino all’altro? Quando aprirà?
“L’altro diventerà uno store di Stone Island Junior. Due anni fa abbiamo inaugurato a Los Angeles, e Milano è stato il primo store che avevamo ed in confronto agli altri, era diventato piccolo e vecchio. Mi sono detto, ma proprio a casa nostra dovevamo avere un negozio così? Sono più belli quelli di Torino, di Roma e di Firenze per dirti. Abbiamo trovato quella location lì, molto bella ed aprirà a fine Aprile.”

Mentre ora è un brand molto amato dagli hypebeast, inizialmente Stone Island fu particolarmente apprezzato dagli ultrà. Come mai e cosa pensi di questo movimento?
“Gli utras, se non sono violenti sono delle persone meravigliose, ed è giusto che si affezionino a Stone Island.”

L’anno scorso mi hai detto che sei un tifoso appassionato dell’Inter. Solitamente vai allo stadio?
“Ho l’abbonamento da 25 anni e vado allo stadio tutte le domeniche. Quest’anno ho preso la maglia bianca di Lautaro Martinez.”

In passato mi hai detto che tanti sportivi hanno indossato il brand. Ultimamente chi?
“Ultimamente ci sono anche molti giocatori di basket americani. Da quando abbiamo aperto gli store a New York e a Los Angeles ancora di più. Belinelli veste Stone fin da bambino, ci va matto! Ci siamo conosciuti e siamo diventati amici. Probabilmente vedono lui e si vestono così. Nel calcio di recente c’è stato Klopp, che mi ha anche invitato per andare a trovarlo.”

Cosa ne pensi di Cristiano alla Juve?
“E’ un gran bene per tutto il calcio italiano. Se uno come lui viene a giocare in Italia, significa che forse riacquisteremo quel prestigio che avevamo negli anni ’80-’90. In quel periodo i migliori giocatori del mondo erano da noi. Spero che Cristiano sia il primo di una serie di campioni che vengono ad arricchire il calcio italiano. La Juve stra domina, meritatamente, e questo può essere per le altre società per strutturarsi meglio e per alzare il loro livello. Francamente il campionato quest’anno non è divertente.”

Vincerà la Champions?
“Senza dubbio la Juve è la squadra più forte in difesa. Spero questi basti, ma sinceramente non lo so.”

Qual è secondo te la maglia da calcio più bella?
“A me piace moltissimo quella della Sampdoria. E’ proprio bella! Ho un amore particolare per quella del Toro, anche se ora non ha il granata giusto. Lo farei più color sangue.”

Hai mai pensato di sponsorizzare una squadra?
“Non vogliamo e non dobbiamo schierarci. Dobbiamo essere al di sopra.”

Ringrazio Carlo Rivetti per la sua disponibilità e per la sua gentilezza.
Per leggere l’intervista dell’anno scorso clicca qui.
Per leggere l’intervista di due anni fa clicca qui.
Surfa