giovedì 14 settembre 2017

SURFABLOG.COM INTERVISTA ROB JONES: PRODUTTORE E SVILUPPATORE DI NBA 2K18

Domani esce uno dei videogame più attesi dell’anno, ovvero NBA 2K18. Due giorni fa a Milano c’è stata la presentazione di questo titolo con diversi ospiti: Emis Killa, Alessio Romagnoli e Rob Jones, ovvero il produttore/sviluppatore della saga di NBA 2K. Essendo un grande fan di questa serie ho avuto, come per il lancio dell’anno passato, il piacere di intervistarlo nuovamente. Rob è un signore americano che ha vissuto a Roma per 14 anni, quindi parla un italiano perfetto. Amante dei videogiochi fin da piccolo, è entrato in questo mondo dopo la laurea in ingegneria nell’Università del Michigan, correggendo la recensione di un videogame su una rivista. Prima di approdare a 2K, ha lavorato per Electronic Arts e Nintendo. Vai su “Continua a Leggere” per vedere la mia intervista a Rob Jones.


Ciao Rob! Ci siamo incontrati un anno fa.. Cosa hai fatto in questi 365 giorni?
“Quest’anno abbiamo lavorato tantissimo. La modalità nuova de “Il Mio Quartiere” (per saperne di più clicca qui), ci ha veramente messi a dura prova: il gioco non era stato costruito per avere un mondo così aperto. Per cambiare tutto ciò, il team di 2K si è fatto davvero il mazzo. C’è gente che non ha avuto un weekend libero da Febbraio.. 7 giorni su 7 a settimana per far nascere questo bambino. Ci siamo focalizzati sui minimi dettagli: pensa che persino ogni arena ha una sirena diversa ed abbiamo riprodotto gli stessi suoni. Io inoltre ho anche i miei tempi perché alleno, quindi lavoro di giorno e la sera faccio il coach di due squadre di pallacanestro. Con un amico ho aperto una scuola vicino a San Francisco per insegnare i fondamentali del gioco ai bambini. Inoltre essendo padre, sono andato a vedere le partite dei miei figli.”

Se l’anno scorso eravamo al 60-70% di perfezione del gioco, ora con NBA 2K18 a che punto siamo?
“Siamo al 65-75%! Il gioco vero continua a muoversi, quindi anche se noi ci avviciniamo, loro si allontanano allo stesso tempo. Quest’anno, sul campo, abbiamo fatto un salto enorme, infatti il gioco è molto più intelligente di quanto è mai stato. La difesa fa certe cose che non immaginavo fossero possibili, e il sistema di movimento rispetta tutto ciò che vuole il giocatore. Se un’animazione sbaglia 1 volta su 200, io rischio di perdere la partita e nasce un problema. Magari il nostro avvicinamento è stato del 10%, ma i giocatori veri evolvono il loro modo di giocare, diventando sempre più veloci.”

Come hai affrontato la notizia del trade di Irving ai Celtics dopo che avevate realizzato la cover con la maglia dei Cavs?
“La copertina è stato il minimo dello shock. Non è solo quella, ma ci sono cartelloni, manifesti e molto altro. Quando Kyrie ha iniziato a parlare di questo possibile scambio, noi ci siamo messi in movimento, perché quando senti le prime voci poi succede. Non sapevamo la squadra dove sarebbe andata, ma non ci siamo fatti cogliere alla sprovvista completamente. Appena è successo, ovviamente la copertina ed il materiale per i punti vendita erano già andati in stampa, però se tu apri il gioco Venerdì, Irving è nell’uniforme di Boston. Più in avanti vedrai che queste cose cambieranno e faremo subentrare la release con la maglia dei Celtics.”

Come mai quest’anno non avete realizzato una copertina per l’Italia con un giocatore italiano?
“Questa non è una domanda a cui ti posso dare una risposta al 100%. L’anno scorso abbiamo fatto una copertina per Germania, Spagna, Francia e Italia, mentre quest’anno solo in Spagna. Queste sono decisioni che spettano al marketing e che non prendo io.”

Qual è il giocatore con il valore più alto nel gioco e perché?
“Mi pare sia LeBron con 96, perché fa tutto. Ci sono grandissimi giocatori, ma lui è l’unico che è in grado di fare ogni caso e James ti cambia la squadra. James Harden è fortissimo, ma prima di tutto è uno che segna, e di persone che fanno punti non ce ne sono poche.”

Con 2K siete stati i primi a svelare le nuove divise NBA, com’è andata? E’ stato impegnativo ridisegnarle tutte?
“Per fortuna l’NBA è stata un buon partner ed abbiamo avuto accesso a queste maglie abbastanza presto. Abbiamo dovuto mandare il nostro team a New York perché non ce lo spedivano, quindi i nostri uomini si sono chiusi in un ufficio per giorni, facendo scan e fotografie con il test colori, per riprodurre le tonalità in modo perfetto, le dimensioni, come si appoggiavano sul corpo, proprio con un modello. Abbiamo rifatto il corpo dell’atleta quest’anno: Kevin Durant era lungo e troppo secco.. non aveva muscolatura. Guardalo oggi: è perfetto!”

Si è parlato molto di Lonzo Ball e del fatto che avete inserito una sua sneaker. Com’è andata? E’ stato il web a portarvi a fare questa scelta?
“Internamente abbiamo sempre avuto l’idea che vogliamo essere perfetti. Se c’è un giocatore che indossa una scarpa, noi quella sneaker la vogliamo. A volte i partner, ovvero coloro che producono le scarpe, non ci rispondono e non abbiamo modo di rappresentarli. C’è stato Kevin Love che indossava le 360 e noi non sapevamo come contattarli. Jamal Craword aveva le Brand Black, e noi le avevamo, proprio per raggiungere la perfezione. Ok, può essere antipatico il mondo dei Ball, delle loro sneakers, ma se lui ci gioca gliele mettiamo ai piedi."

Ho visto il trailer degli handshakes; si potranno effettuare dei saluti personalizzati?
“Non posso risponderti con certezza, nel senso che non sono sicuro che si possano fare proprio quei saluti che hai visto, però ogni persona potrà scegliere delle animazioni per differenziarsi dagli altri.”

Ringrazio Matteo e 2K per l’invito e Rob Jones per la sua disponibilità. Per me che sono un grande fan di NBA 2K è stato davvero interessante parlare con lui.
Per leggere l’intervista a Rob Jones dello scorso anno clicca qui.
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