David ha rilasciato:
“Quando Michael ha lasciato l’Università del North Carolina nel 1984, il primo contratto che dovevamo firmare, anche prima di quello con i Bulls, era uno per le scarpe. Michael voleva andare con adidas, ma penso che Nike sia stata la scelta migliore per lui. Michael non voleva firmare con loro, al punto di non voler salire sull’areo per andare all’incontro. Ci è voluto l’intervento dei suoi genitori per convincerlo e poi il meeting è andato alla grande. Dopo quella riunione ne abbiamo fatta un’altra a Washington con Rob Strasser e Peter Moore, che poi è diventato Presidente di adidas. Ho detto a Rob che se davvero voleva mettere Michael sotto contratto, avrebbe dovuto trattarlo come un giocatore di tennis e creare un marchio di scarpe e di vestiti intorno a lui. Rob ha preso in considerazione la mia proposta e mi ha chiesto come volevo chiamare il brand. Ho detto “Voglio chiamarlo Michael Jordan” ma mi ha risposto dicendo, che a 21 anni Michael non era così credibile e importante come giocatore. Voleva qualcosa che avesse a che fare con il suo nome, ma che non fosse Michael Jordan. Ci ho pensato qualche minuto e poi gli ho proposto “Allora chiamiamolo Air Jordan”. Mi ha chiesto il motivo ed io gli ho spiegato che Nike stava lanciando questa nuova tecnologia di sneakers con l’aria, come se fosse un cuscino sotto al piede e Michael giocando a basket sembrava volare quando schiacciaccia. Dopo 5 minuti Peter aveva disegnato il primo logo Air Jordan, composto da un pallone con le ali. Il resto è storia.”
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