L’immagine è un classico del “backface”, la mascherata in cui nell’Ottocento, i bianchi si travestivano da neri per ridicolizzarli ai tempi della schiavitù. Gucci ha fatto mea culpa, ritirando subito il prodotto e scusandosi attraverso un comunicato:
“Ci scusiamo profondamente per aver offeso. Siamo impegnati ad aumentare la diversità nella nostra organizzazione e a trasformare questo incidente in una lezione per il team del brand e non solo”.
Sul web la comunità nera è insorta e tra tutti troviamo il regista Spike Lee, che candidato agli Oscar per “BlaKKKsman” ha annunciato che non indosserà più i capi del marchio, 50 Cent che in un video ha bruciato le sue t-shirt Gucci, dicendo che non supporterà più il brand e lo stilista Dapper Dan, che nonostante da poco abbia pubblicato un libro con Gucci, ha commentato:
“Sono un uomo nero prima di essere un brand. Un’altra casa di moda ha sbagliato enormemente. Non c’è scusa che può cancellare un insulto del genere. Il CEO di Gucci è d’accordo a venire questa settimana dall’Italia a Harlem per incontrarmi. Non esiste inclusività se non c’è responsabilità.”
Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, ha spiegato che il maglione era un tributo alla camouflage art di Leigh Bowery, aggiungendo:
“Sono consapevole che talvolta le nostre azioni possano causare conseguenze che vanno al di là delle nostre reali intenzioni ed è quindi necessario assumersi la piena responsabilità.”
Infine ieri il brand, dopo le scuse verbali, ha rilasciato il seguente comunicato su Instagram, scritto dal suo Presidente e CEO Marco Bizzarri:
“A seguito dell’incidente accaduto, Gucci annuncia le prime quattro iniziative a lungo termine per coinvolgere designer provenienti da nazioni e culture diverse. Accettiamo tutte le conseguenze dell’accaduto e siamo particolarmente grati a Dapper Dan per il ruolo che ha avuto nel portare leader della comunità a contatto con noi.
1. Stiamo cercando un Global Director for Diversity and Inclusion, che lavorerà presso Gucci America a New York.
2. Stiamo lanciando un programma scolastico di design multi culturale, presso Harlem, Nairobi, Nuova Deli, Pechino, Seul, Tokyo, Beirut, Londra e Dubai.
3. Stiamo lanciando il programma Diversity and Inclusivity Awarness, che verrà fatto ai nostri 18.000 dipendenti da Maggio a Giugno.
4. Stiamo lanciando il programma Global Exchange Program per promuovere il multi culturale ed il lavorare in posti differenti.”
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