“Infinite” è l’album di debutto di Marshall Mathers ed è stato pubblicato il 12 Novembre del 1996 dalla Web Enterainment.
Il lavoro è composto da undici brani, con i featuring di: Proof, Dj Head, Eye-Kyu, Three, Thyme, Angela Workman e Mr. Porter, il quale ha realizzato tutte le strumentali del disco.
Mr. Porter, conosciuto anche come Kon Artis, è anche uno dei membri dei D12, nonché spalla di Em’ ai live, dopo la triste scomparsa di Proof.
Il debutto di “Infinite” è stato pessimo: non è entrato in classifica, le critiche non erano positive, ha venduto solo 1.000 copie e dopo l’insuccesso Eminem ha tentato il suicidio con un mix di droghe ed alcol.
Attualmente il disco non è in vendita in nessun negozio musicale, ma nel 2009 il blog di 50 Cent Thisis50.Com, ha pubblicato il free download di “Infinite” per fare promozione all’imminente uscita di “Relapse”.
A posteriori Slim Shady ha analizzato quella situazione, affermando:
“Ovviamente ero giovane ed influenzato da altri artisti. Ho ricevuto un sacco di commenti di gente che diceva che rappavo come AZ. In “Infinite” ho cercato il mio stile nel Rap, una crescita al microfono. Lo vedo come un mio primo demo”.
In questi giorni, esattamente a 20 anni di distanza dal lancio del primo lavoro ufficiale di Eminem, quest’ultimo ha pubblicato su YouTube due regali per i suoi fan. Il primo è l’audio rimasterizzato di “Infinite”, il singolo nonché title track del suo primo album (per ascoltarlo clicca qui) ed il secondo è un documentario di 9 minuti intitolato “Partners In Rhyme: The True Story Of Infinite” (per vederlo clicca qui).
All’interno del video sono raccolte foto ed interviste di Marshall inedite e di quel periodo, in cui l’MC racconta quella esperienza ed i suoi primi passi nella carriera da rapper:
Andavo in studio ogni Venerdì sera. Avevo 15 anni ed ero felicissimo di registrare in uno studio vero. Non mi importava cosa stessi facendo, mi bastava stare lì a incidere anche se forse non ero ancora pronto per quel passo. Ho iniziato a farmi conoscere all’open mic dell’Hip-Hop Shop di Detroit facendo freestyle. Ero l’unico bianco lì e quindi avevo tutti gli occhi addosso. Dall’open mic andavo in studio, che pagavo con i miei soldi, e producevo le cassette con i pezzi appena incisi. Ricordo che “Infinite” era stato stampato anche su vinili e CD, così per far suonare i brani nei club, ma la sua uscita non aveva ricevuto consensi. A quel punto portavamo tutto il materiale invenduto ad ogni evento per cercare di creare interesse, senza mai riuscirci. Ricordo che una sera ero in studio con gli altri ragazzi, e ho detto loro “Ho dato tutto me stesso, se a nessuno è piaciuto fanc*lo, vuol dire che doveva andare così”. Dopo “Infinite” ho cambiato mentalità, ho iniziato a f*ttermene del parere o dell’interesse degli altri e proprio a quel punto c’è stato l’effetto inverso: la gente ha iniziato ad interessarsi a me. Il mio motto era “F*ttitevi, non mi interessa se vi piaccio o no”, ed era quello il momento in cui piacevo a tutti.Questo non è il primo documentario online pubblicato da Eminem per celebrare un anniversario. Nello scorso anno Marshall ha voluto festeggiare i quindici anni della sua Shady Records, attraverso il cortometraggio “Not Afraid: The Shady Rercords Story”
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