venerdì 17 giugno 2016

PERCHE’ GLI OUTLET DI SNEAKERS HANNO PERSO IL LORO FASCINO?

Dopo aver pubblicato sul blog il post relativo ai costi di produzione di una sneaker (per saperne di più clicca qui), navigando sul web mi è capitato di leggere un articolo di Hypebeast, che a mio parere merita di essere riproposto in italiano. Un blogger del celebre sito si è posto la seguente domanda “Come mai gli outlet di sneakers hanno perso il loro appeal?” E in base a tale quesito ha realizzato un post molto interessante.


Storia degli outlet.
Innanzitutto, anche in Italia, ma specialmente negli Stati Uniti, gli outlet erano davvero delle mete molto frequentate dagli acquirenti. Il giornalista in questione ricorda come siano cambiati rispetto agli anni ’90 quando lui era un bambino, dove le sneakers in outlet andavano dai 20 ai 40 $. Ultimamente invece, dopo essersi recato in uno di questi negozi, ha trovato i prezzi intorno ai 99 $, chiedendosi quindi se fosse stata una buona scelta andare fin lì, o se tra benzina e tempo perso, alla fine non avrebbe avuto senso tutto ciò.
Prendendolo alla lettera, il termine “outlet” significa “negozio in cui le merci, in particolare in stock in eccesso, sono vendute direttamente dai produttori ad un prezzo scontato”. I primi outlet sono stati aperti nel 1880, quando le fabbriche producevano materiale in eccesso e danneggiato, da vendere scontato ai propri dipendenti. Il primo negozio diretto della fabbrica invece, è stato aperto nel 1936 ed era dell’Anderson-Little. Ora gli outlet si sono evoluti, diventando dei veri e propri grandi magazzini.
Secondo una teoria di Stanley K. Tanger, esiste una scienza per il business, secondo la quale se ogni prodotto, anche poco interessante, viene posizionato strategicamente, si possono massimizzare le possibilità di successo. Quindi aprire outlet vicino zone di villeggiatura molto frequentate, può incentivare gli acquisti di qualsiasi genere essi siano.
Gli outlet oggi.
Anche se ritenuti molto utili, secondo un recente studio però gli outlet hanno perso il loro fascino. Il sito statista.com, ha affermato che dal 2008 al 2015, Adidas ha aumentato il numero di outlet a 827, diminuendo i concept store. Nel frattempo però le vendite dagli outlet sono scese dell’11% rispetto al 2009, mentre sono aumentate dell’1% quelle nei concept store.
In generale gli outlet hanno avuto un calo del 4% nel 2009 ed un meno 14% nel 2014. Inoltre le pratiche aziendali di questi store sono sotto la lente d’ingrandimento, da quando Nike è stata citata in giudizio per 5 milioni di $ con l’accusa di prezzi ingannevoli.
Nell’ultima visita di questo blogger nei rispettivi outlet di Reebok ed Adidas, aveva constatato sconti di 41 centesimi su un prodotto considerato in stock o difettoso. Secondo un report di Fox 31, un consulente della moda di nome Dahlia Winstein aveva spiegato come molti di questi negozi avessero le loro fabbriche separate specificatamente per la produzione di materiale da porre nei negozi o negli outlet ad un prezzo minore. In questo modo vengono realizzati volutamente oggetti di qualità minore.
Il futuro degli outlet.
Se questo è lo scenario attuale, gli outlet potrebbero cessare di esistere entro un decennio. La aziende ed i rivenditori hanno già ovviato al problema, iniziando una nuova tattica sui restock, creando l’illusione che il prodotto sia occasionalmente in vendita, quando in realtà era stato concepito proprio per quel fine e dando vita ad una serie di rivenditori online attraverso delle applicazioni.
Per quanto mi riguarda, in passato mi è capitato più volte di andare in outlet per cercare l’occasione, ma ammetto che su cinque volte, è stata una sola quella in cui ho acquistato, e per di più accontentandomi. In effetti è vero che se vai lì per trovare una sneaker ricercata o per comprare ad un prezzo molto ridotto, il viaggio in auto non ne vale la pena.
Surfa