Nel Rap, i primi tape sono circolati a New York durante la metà degli anni settanta. A quei tempi si trattava di semplici musicassette (che in inglese appunto si traduce come “mixtape”), in cui erano registrate le performance live di dj storici come Kool Herc ed Afrika Bambaataa. A quei tempi ovviamente non esisteva internet e non c’erano tutte le informazioni che ci sono oggi, quindi i mixtape erano degli oggetti da collezione e rari da trovare.
Negli anni ’80 gli artisti hanno iniziato a registrare i primi tape in casa, ed i primi nomi noti sono stati Dj Brucie B, Kid Capri e Doo Wop.
All’inizio anni ’90, Ron G ha realizzato i primi mixtape definiti “Blends”, in cui selezionava le acappella dei cantanti R&B dell’epoca, mixandole sui beat Hip-Hop. A partire dalla metà degli anni anni ’90 i tape hanno preso la piega che conosciamo oggi: ovvero raccolte mixate di: brani inediti su strumentali edite, pezzi inediti, dissing, snippet, brani già pubblicati, freestyle, skit, live session e quant’altro.
Negli States, in particolare negli ultimi dieci anni, i mixtape hanno assunto un ruolo fondamentale sia per il lancio dei nuovi rapper che per promuovere i dischi ufficiali. Tra i nomi più noti ad essere emersi con questi lavori c’è Drake, che proprio una settimana fa ha pubblicato a sorpresa il suo ultimo tape, che ha già venduto la bellezza di 500.000 copie.
Sono da sempre un fan di questi lavori, tanto che anni fa ho curato su Groove Magazine (l’ultima rivista italiana dedicata all’Hip-Hop), la rubrica “Mixtape Assault”, in cui selezionavo i lavori più “hot” del mese. Inoltre sul mio blog avevo creato la categoria chiamata “Mixtape Ill Covers”, in cui pubblicavo le copertine più folli in assoluto.
Tornando al discorso iniziale, per tutti gli appassionati di tape oggi è stato pubblicato il primo libro in assoluto dedicato ad essi ed alle loro cover. I mixtape infatti hanno uno stile grafico distintivo, che li differenzia dagli album ufficiali. Le copertine sono più estreme, più colorate, più tamarre, più street. Dato che molte di esse hanno fatto la storia del Rap underground, Tobias Hansson e Michael Thorsby le hanno selezionate e dato vita al libro “Damn Son Where Did You Find This” (Cavolo amico, questo dove l’hai trovato).
Il libro è un’edizione limitata di sole quattrocento copie, e contiene più di cinquecento copertine, ognuna delle quali con relativo titolo ed anno d’uscita. In aggiunta ci sono degli speciali dedicati ai designer più importanti in quest’ambito, ed anche una serie di interviste a diversi rapper che raccontano il processo creativo di questi lavori.
La casa di produzione La Vida Locash ha affermato:
E’ un lavoro totalmente contemporaneo, senza censura ed estremo. E’ un concept al di fuori dei consensi delle major, degli avvocati e dell’ideologia morale. Si tratta di copertine in cui i rapper appaiono come super eroi, come protagonisti di film blockbuster apocalittici. Sono cover in cui gli MC spesso commettono azioni illegali, come spacciare, rubare ed uccidere. La cultura dei mixtape è parallela a quella del tradizionale mercato discografico e per troppo tempo è stata una sorta di taboo per l’industria musicale. Ora è giunto il momento di darle il giusto merito.
Il libro “Damn Son Where Did You Find This” è in vendita esclusivamente da Colette, lo storico store di Parigi famoso in tutto il mondo. Il prezzo è di 40 €.
Devo averlo!
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