L’élite letteraria ama analizzare il vocabolario di Shakespeare, considerato come il poeta con il vocabolario più ampio di tutti con un totale di 100.000 parole utilizzate nelle sue opere, di cui 28.829 quelle più comuni. Matt ha quindi confrontato questi dati con quelli dei più celebri artisti Hip-Hop, analizzando oltre 35.000 parole di ogni artista, in modo da paragonare quelli più longevi come Jay-Z a quelli più nuovi come Drake. Secondo Matt, 35.000 parole sono quelle necessarie per una media di tre o cinque album, e nella sua ricerca ha incluso anche quelli presenti in mixtape ed EP per i rapper meno famosi. Come valore di riferimento ha inserito i dati di Shakespeare e di Herman Melville con il medesimo approccio: 35.000 parole per le opere del primo e 35.000 per quelle di “Moby Dick”. Ogni parola viene conteggiata una sola volta, in modo che parole come “pimps”, “pimp”, pimping”, “pimpin” sono quattro parole uniche. Per evitare problemi con gli apostrofi (ad esempio “pimpin” e “pimpin’”), queste sono state rimosse dal dataset. Gli artisti con il vocabolario più ampio sono 85 e sono stati anche evidenziati con colori diversi in base alla loro provenienza: Southern (blu scuro), Midwest (verde), West Coast (rosso) e East Coast (celeste).
Al primo posto di questa lista troviamo Aesop Rock (da non confondere con A$AP Rocky), che è al di sopra di ogni altro artista Hip-Hop con un totale di 7.392 parole uniche utilizzate nei suoi testi.
Seguono altri 9 artisti o collettivi, di cui 6 di essi sono il Wu-Tang ed alcuni suoi membri. Infatti al secondo posto troviamo GZA del Wu con 6.426, al terzo Kool Keith con 6.238, al quarto Canibus con 5.991, al quinto Cunnin Lynguist con 5.971, al sesto RZA del Wu con 5.905, al settimo il Wu-Tang stesso con 5.895, all’ottavo i The Roots con 5.803, al nono Ghostface Killah del Wu con 5.774 ed infine Killah Priest con 5.737.
Infine Matt ha realizzato un altro schema in cui non appaiono i nomi dei rapper, ma piuttosto vengono identificate le loro zone di provenienza. Com’è evidente troviamo che la gran parte degli artisti che utilizzano il maggior numero di parole proprie sono quelli dell’East Coast. La minoranza assoluta è invece rappresentata dagli MC del MidWest: Lupe Fiasco, Common, Twista, Tech N9ne, Wiz Khalifa ed altri ancora.
Infine c’è lo schema che mostra come alcuni tra i nomi più famosi ed influenti nell’Hip-Hop siano nella parte di più bassa del grafico. Tra questi troviamo leggende come: Tupac, Snoop Dogg, Kanye West e Lil Wayne.
In fondo alla lista c’è DMX, con un massimo di 3.214 parole uniche utilizzate; questo dato però non serve a sminuire l’artista in sè, il cui punto di forza è sempre stato l’energia e la forza dei suoi testi, piuttosto che la quantità di parole al loro interno.
I grafici di Matt Daniels sono in continuo aggiornamento. Apprezzo molto questo genere di studi, perchè evidenziano il potere comunicativo del Rap e spiegano come mai gran parte dei giovani ascoltano questa musica: ovviamente per ricevere un messaggio che non potrebbe essere spiegato in maniera più chiara e più diretta se non con questo genere musicale. Complimenti!
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